La Subaru ed il folle motore a cui nessuno aveva mai pensato: il segreto che l’ha reso speciale

Il brand Subaru è considerato il più affidabile in assoluto al mondo, ed oggi vi parleremo di un motore che ha conquistato l’attenzione di tutto il settore automobilistico. Ecco perché era così incredibile nei suoi dettagli.

La Subaru è un brand considerato molto affidabile e che produce SUV e crossover con tecnologia ibrida, ma che si sta man mano aprendo anche all’elettrico. Il segreto di queste unità sta tutto nella trazione integrale nota come Symmetrycal AWD e nella loro efficienza. A livello di auto sportive, l’unica in produzione è la BRZ, che però in Italia non è più disponibile. Questa vettura è in vendita all’estero con il motore boxer aspirato 2,4, ma il passato della casa nipponica ci porta a scoprire cose ben diverse.

Subaru motore folle
Subaru logo (ANSA) – Allaguida.it

Sul sito web “Motor1.com” è stata raccontata la vicenda di una soluzione tecnicamente assurda, e che merita di essere riportata alla luce. Negli anni Novanta, l’azienda nipponica stava lavorando a parecchie soluzioni interessanti, tra cui spicca il motore boxer quattro cilindri win-turbo sequenziali, un motore in cui Subaru sembrava credere profondamente. In seguito, la sua esperienza non fu poi così sfortunata, ma il tentativo fu davvero interessante ed avrebbe potuto rivoluzionare la storia dei motori.

Subaru, tutto sul motore boxer biturbo

Il motore Subaru in questione era l’unico quattro cilindri a benzina con due turbocompressori montati in sequenza, visto che altri layout, come quello di BMW, non hanno nulla a che vedere con la soluzione del brand nipponico. Il progetto iniziò nel 1993 con la seconda generazione della Legacy, ed il motore in questione fu chiamato EJ20 win-turbo, ma venne dotato di due turbocompressori identici, o quasi, tra di loro, montati in serie. L’obiettivo era quello di ottenere una buona risposta ai bassi regimi e potenza elevata agli alti.

Subaru motore tutto sul boxer biturbo
Subaru motore ecco la soluzione (ANSA) – Allaguida.it

La Subaru, per questo motore, si basò sul principio della sovralimentazione sequenziale, così da sfruttare un piccolo turbo ai bassi regimi ed attivarne un altro agli alti. Tuttavia, quello della casa giapponese attivava il secondo turbo con una gestione di valvole e wastegate, ed il primo turbo operava da solo sino a 4.000 giri al minuto, per poi essere appoggiato dal secondo. Il sistema chiudeva la wastegate del primo turbo per poi andare ad attivare gradualmente il secondo. Tuttavia., c’erano molti difetti che non portarono poi allo sviluppo del progetto dopo le prime fasi, e questo condusse al suo progressivo abbandono, ma ciò non toglie nulla al fatto che fosse un sistema molto affascinante.

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