La Volkswagen avvia una nuova campagna di richiamo, ma la notizia è legata al momento in cui scatteranno queste misure. Ecco qual è il modello coinvolto e quali sono le cause di quanto sta accadendo.
Torna l’incubo dei richiami sul mercato dell’auto, un tema che è ormai di stretta attualità e che causa non pochi problemi alle case automobilistiche. Ad esserne colpita è la Volkswagen, un marchio che è già in gravissima crisi e che nel corso degli ultimi giorni ha dovuto prendere delle decisioni forti. I siti di produzione di Zwickau e di Dresda sono stati fermati per una settimana, a causa della scarsa domanda di veicoli elettrici che vengono assemblati da queste parti.

Al contrario, è stata aumentata la produzione a Wolfsburg, dove nascono veicoli termici molto amati e sempre più richiesti come la Tayron, la Tiguan e la Golf, un segnale importante che dovrebbe far riflettere i vertici su cosa preferiscono i clienti. Nel frattempo, la Volkswagen dovrà affrontare un nuovo allarme richiami, un tema che è sempre più discusso e che non lascia sicuramente tranquilli i clienti. Sul problema che è stato riscontrato, infatti, non si interverrà sin da subito.
Volkswagen, richiamo per problemi all’airbag Takata per la up!
In base a quanto comunicato, la Volkswagen dovrà richiamare la piccola up! per problemi con l’airbag Takata, prodotti dall’azienda nipponica che ha già causato gravi guai al gruppo Stellantis. Lo scorso anno, furono richiamate oltre mezzo milione di auto tra Citroen C3 e DS3, dopo che si era verificato anche un incidente mortale. In caso di rottura dell’airbag, potrebbe derivarne gravi lesioni, se non mortali, per gli occupanti dei veicoli. La casa di Wolfsburg ha deciso dunque di intervenire, ma il fatto è che non lo farà nell’immediato, provocando altri malcontenti nella clientela.

Infatti, pur confermando che l’intervento sarà del tutto gratuito, le riparazioni sulle Volkswagen up! saranno svolte solo nel secondo trimestre del 2026, e questo vuol dire che i proprietari dovranno guidare auto potenzialmente pericolose per diversi mesi, un lasso temporale sicuramente difficile da accettare, soprattutto quando c’è di mezzo la sicurezza dei clienti. L’azienda Takata, lo ricordiamo, è ormai fallita da diversi anni, a seguito dello scandalo che fece emergere la pericolosità degli airbag prodotti in Giappone.