L’Alfa Romeo che fu un flop a causa dell’alcol: aveva un motore che ne determinò il destino

L’Alfa Romeo ha prodotto un gran numero di auto che hanno ottenuto un gran successo, mentre altre sono state meno fortunate. Il modello di cui vi parleremo di oggi non fu certo assistita dalla buona sorte.

Al giorno d’oggi, si parla molto di quello che sarà il futuro dei marchi del gruppo Stellantis, i quali stanno tentando di ottenere un rilancio dopo anni difficili. Tra di essi c’è anche l’Alfa Romeo, un brand storico e che ha bisogno di introdurre alcune novità nella gamma per dare seguito al successo ottenuto sino ad oggi dal B-SUV Junior. Oggi, tuttavia, vogliamo fare un salto indietro nel tempo, per raccontarvi la storia della 2300, nota anche come Alfa Rio, un modello pensato per il mercato brasiliano.

Alfa Romeo flop a causa dell'alcol
Alfa Romeo logo (Pexels) – Allaguida.it

Fu prodotto dalla Fabrica Nacional de Motores, su licenza della casa del Biscione, e nacque tra il 1974 ed il 1986 per il mercato brasiliano. Si trattò della prima Alfa Romeo nata da questa collaborazione , visto che la 2000 e la 2150 nacquero con il marchio FNM. Veniva inizialmente assemblata a Xerem, Rio de Janeiro, ma con l’acquisizione di FNM da parte della FIAT, l’assemblaggio fu spostato a Betim. Andiamo a scoprire il motivo per cui la sua avanzata venne improvvisamente bloccata da una scelta del governo locale.

Alfa Romeo, ecco la Rio che fu fermata dalle politiche brasiliane

L’Alfa Romeo Rio era molto simile all’affetta sul fronte del design, anche se le dimensioni erano maggiori e la meccanica era diversa. Le sospensioni anteriori e posteriori erano a quadrilateri deformabili con molle elicoidali ed a ponte rigido. Il cambio era anteriore, in blocco con il motore. A spingerla c’era il motore quattro cilindri in linea bilatero da 2.310 cc di cilindrata, con 123 cavalli di potenza massima a disposizione. Lo scatto tra 0 e 100 km/h si completava in appena 11 secondi, con una top speed nell’ordine dei 175 km/h.

Il lancio sul mercato avvenne nel 1974, e fu accolta con entusiasmo dalla classe media brasiliana, ed era vista come una berlina di forme molto eleganti. Tuttavia, ci fu una rivoluzione energetica in Brasile, a causa della crisi petrolifera mondiale. Il governo brasiliano puntò sull’etanolo, che mal si sposava con il motore dell’Alfa Romeo Rio, pensato solamente per andare a benzina. L’etanolo veniva ottenuto dalla canna da zucchero, e diventò carburante grazie a Proalcool, un programma nazionale che puntava a rimpiazzare la benzina. Fu così che l’etanolo E100 chiuse la porta alla gloriosa Rio, che viceversa avrebbe potuto dire la sua sul mercato brasiliano.

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