Lamborghini Veneno: prezzo e prestazioni della supercar [FOTO e VIDEO]

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La più estrema. La più costosa. La più appariscente. La più cattiva. La Lamborghini Veneno semplicemente è la più e basta. E’ il modello pensato per festeggiare al meglio i 50 anni di storia del marchio e, come tale, incarna molti tratti caratteristici delle supercar di Sant’Agata Bolognese.
Una supercar forse non in grado di reggere il confronto tecnico in termini assoluti con la nuova Ferrari Enzo o la McLaren P1, ma di sicuro impatto scenico. Quando annunci un prodotto che verrà realizzato in appena 3 esemplari e dal costo astronomico di 3 milioni di euro più tasse, per gran parte del pubblico poco conta che non ci siano le raffinatezze tecniche del Kers o altri dettagli da Formula 1.

Interamente in fibra di carbonio, come il concept Sesto Elemento, la Lamborghini Veneno incute timore solo a guardarla. Veneno, cosa significa? Prosegue la tradizione in casa Lambo, quella di dare alle auto nomi di tori. E Veneno è una razza particolarmente aggressiva e forte, quella che nel 1914 in Andalucia ha sconfitto il torero. Bella? Più che altro aggressiva ed estrema. Il muso è un rincorrersi di spigoli, aperture, sfoghi d’aria, profili alari: quasi un prototipo da corsa con “targa e fanali”. Quei gruppi ottici a led protesi fino in basso, estensione naturale dei passaruota e unico tocco di mondo reale in un quadro pensato per la pista.

Lamborghini significa gruppo Volkswagen, ovvero, pensando al mondo delle corse, Audi e 24 ore di Le Mans. Facile fare l’abbinamento con le auto della storica gara di durata quando si osserva la coda della Veneno, con l’enorme alettone posteriore collegato alla presa dinamica sul tetto da un profilo alare longitudinale, messo lì con precise ragioni aerodinamiche più che estetiche. Al posteriore è tutto un fiorire di aperture, tra sfoghi d’aria dal vano motore, scarichi nascosti e diffusore da monoposto di Formula 1. Nel complesso è la funzione a dettare lo stile, chiaramente spaziale.

Il tributo all’Italia è richiamato più volte nel design. Sulle portiere campeggia una saetta tricolore, mentre dentro l’abitacolo sono le protezioni degli interruttori sul tunnel, in perfetto stile aeronautico, a replicare i colori della bandiera. Quegli interni con sedili monoscocca in fibra di carbonio, resi comodi da inserti in punti strategici per accogliere al meglio pilota e passeggero. Fatta eccezione per il rivestimento superiore della plancia, la corona del volante e alcune porzioni del tunnel, il carbonio la fa da padrone. Ha un rapporto peso/potenza di 1.93Kg/cavallo, che le consente di scattare da 0 a 100 in 2.8 secondi.

Motore posteriore centrale da 6.5 litri di cilindrata. L’architettura è quella storica, dodici cilindri a V, derivato dal propulsore della Aventador e in grado di erogare 750 cavalli, quelli che bastano per toccare i 354 km/h di velocità massima. Se vogliamo è la “nota dolente” della supercar, là dove si può dire che Ferrari e McLaren stiano un gradino più su, almeno stando alle indiscrezioni che circolano in Rete.
Il cambio è un sette marce dagli innesti rapidissimi, appena 15 millisecondi, con la trazione affidata alle quattro ruote motrici in maniera permanente.
Tuttavia, la tiratura limitatissima (i 3 esemplari sono già stati venduti) e il prezzo più che doppio, sono argomenti più che validi per diventare un oggetto di culto tra gli appassionati.

FOTOGALLERY SALONE DI GINEVRA 2013

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