Per John Elkann non è un momento positivo negli affari. Sono tanti i marchi dell’universo Stellantis che stanno piombando in una crisi profonda.
Elkann deve fare i conti con un impero. Questo comporta onori, ma anche oneri. E’ responsabile di migliaia di famiglie che lavorano nelle tantissime aziende dei suoi Gruppi. Non tutte stanno ottenendo buoni risultati, a causa della crisi. In particolar modo l’automotive è finito in un tunnel in cui non si vede più la luce.
L’erede di Gianni Agnelli è stato costretto a cedere emblemi del Made In Italy. La famiglia torinese ha preferito alleggerire il proprio portfolio aziendale, vendendo asset strategici per rafforzare la liquidità e investire in nuove realtà. L’ultima cessione riguarda il gruppo commerciale Iveco a Tata Motors, mentre la parte militare passerà a breve sotto il controllo della società Leonardo. Operazioni che porteranno nelle casse di Exor, la holding della famiglia Agnelli, una cifra di svariati miliardi.
Nel 2025 la Ferrari ha ceduto il 4% delle azioni e il Presidente ha incassato ben 3 miliardi di euro. Tutto positivo? Non proprio perché quando un colosso inizia a vendere le azioni è per muovere del denaro che serve altrove. John Elkann, infatti, ha iniziato a guardarsi intorno alla ricerca di nuovi settori in cui lanciarsi. Quello dell’automotive non sembra potersi riprendere nel giro di pochi anni.
La componentistica automobilistica italiana è in crisi da anni. Fiat Chrysler Automobiles (FCA) anni fa scelse di vendere il gruppo a CK Holdings, controllata da KKR/Calsonic Kansei, per una cifra complessiva di circa 5,8 / 6,2 miliardi di euro, con la holding con sede in Olanda che raccolse plusvalenze record. La tempistica fu eccezionale perché solo pochi mesi dopo arrivò puntuale il crollo con lo scoppio della pandemia da Covid-19. L’operazione di cessione per oltre 1 miliardo, infatti, si concluse a maggio 2019, decretando la fine di una presenza centenaria del brand italiano.
Poco tempo dopo arrivò venne venduta anche la compagnia riassicurativa PartnerRe. Comprata da Exor nel 2016 per 6,9 miliardi di dollari venne ceduta nel luglio 2022 al Gruppo francese Covéa per 9,3 miliardi di dollari. Una strategia vincente, con una plusvalenza di oltre 2 miliardi, ma non tutte le operazioni sono andate a buon fine. Marelli con 51.000 dipendenti è piena di debiti e nelle mani dei creditori. Uno storico emblema del Made in Italy ha toccato il fondo.