Quando si procede alla creazione di un testamento occorre stare molto attenti. Scopriamo il parere del presidente del Consiglio nazionale del Notariato sulle azioni di Gianni Agnelli.
Il fascino dell’Avvocato non muore mai. Un uomo che ha unito e diviso in vita come in morte. La famiglia più chiacchierata e famosa dell’imprenditoria italiana a Natale probabilmente non sarà unita intorno ad un tavolo ma in un’aula di giustizia per discutere e dibattere di un nuovo testamento verosimilmente attribuibile a Gianni Agnelli, che suscita perplessità, confusione e dubbi. Per fugarli tutti riportiamo quanto consigliato e detto dal Presidente del Consiglio nazionale del notariato Giulio Biino.

Questi offre un suo parere, in una chiave di diritto, non tralasciando nulla ma cercando di fare chiarezza e di fornire quegli strumenti di lettura in chi non mastica diritto tutti i giorni. Consigli utili anche per tutti coloro i quali hanno eredi o sono eredi di piccoli o grandi patrimoni.
La verità sul testamento di Gianni Agnelli
Il nuovo testamento, datato 20 gennaio 1998, in cui Gianni Agnelli fa riferimento al figlio Edoardo, trova interpretazioni opposte da parte degli avvocati dei tre fratelli Elkann e da parte dei legali di Margherita Agnelli. Sul punto il Presidente del Consiglio nazionale del Notariato ha annunciato: “E’ proprio la data a sgombrare il campo da dubbi e interpretazioni fantasiose. Il figlio Edoardo, nominato in questa scheda, è mancato il 15 novembre 2000, quindi decisamente prima dell’avvocato (deceduto il 24 gennaio 2003)”.

Gianni Agnelli avrebbe quindi creato un problema con la sua decisione. “Nel caso l’erede nominato non potesse o non volesse accettare (art. 688 c.c.) e non operando la rappresentazione (art. 467 c.c.), ovvero l’istituto in forza del quale al chiamato predefunto vengono automaticamente sostituiti i suoi discendenti in linea retta (e ciò perchè Edoardo, per quanto è dato sapere, non aveva discendenti), il testamento è privo di efficacia”.
Consigli utili per tutti coloro che hanno interesse a redigere un testamento. Quindi, come sottolineato dal parere illustre del Presidente del Consiglio nazionale del notariato Giulio Biino, non occorre scrivere più testamenti. E’ meglio revocare o distruggere il precedente, in modo tale da non creare confusione negli eredi. Pertanto è sempre auspicabile la presenza di un notaio, in qualità di garante, e strappare i precedenti testamenti redatti, facendo vivere uno solo frutto di chiarezza e volontà.