C’era un tempo in cui in Italia sorgevano come funghi tantissime realtà top. E’ stato trovato l’accordo per la cessione di un emblema del Made in Italy che presto diventerà indiana.
I soldi non faranno la felicità, ma di certo possono comprare la storia. I tempi moderni ci raccontano questo, aziende italiane leggendarie vendute a pezzi o per intero a major asiatici che godono di buona salute finanziaria. La crisi incalza e le realtà italiane, le famose eccellenze, fatte di ingegno e capacità finiscono nell’oblio o cedono quelle intelligenze lavorando per altri.

Difficile dire cosa sia meglio, ma di certo il Made in Italy come si è venduto tra gli anni ’80 e ’90 è solo un ricordo. Oggi, molto spesso, dietro un capo, una firma italiana o un prodotto come le due ruote c’è un portafoglio straniero. Le piccole aziende, quelle che hanno fatto del Belpaese, vengono spazzate via o inglobate e non resta che una traccia di memoria per chi la vuole conservare.
Emblema italiano delle due ruote venduto
Nell’ambito delle due ruote la Cina e l’India oggi possono vantare moto di alta qualità costruttiva grazie anche al know-how occidentale che regala progetti, idee e disegni vincenti. Fuga di cervelli o menti al soldo poco conta di fatto tra joint venture, acquisizioni e fusioni ciò che resta delle aziende italiane è un laccio al collo.

Engines Engineering SpA, fondata negli anni ‘70 da Alberto Strazzari, ha prodotto prototipi e progetti, e nel corso degli anni ha collaborato con alcune delle aziende motociclistiche più importanti al mondo e non è un caso. L’azienda sarebbe stata ceduta a un colosso indiano.
Una storia come tante che stringe il cuore. TVS Motor Company, nota casa produttrice di veicoli indiana, tra le più note al mondo, ha concluso l’accordo per circa 5 milioni di euro. La sede operativa sarà a Bologna, il nuovo Centro di Eccellenza TVS (CoE), dove verranno realizzati progetti e sviluppate piattaforme da una eccellenza italiana ma per una casa produttrice indiana. Non c’è nulla di romantico nella storia di un Paese che si vende, non resta molto, neppure un po’ di orgoglio.