Vi sono mezzi più prestigiosi di altri anche nel settore specifico degli scooter. Scopriamo il motorino futuristico dal carattere retrò.
Gli anni ’90 sono stati vissuti dai ragazzi in sella a scooter piccoli, leggeri, colorati e plasticosi. L’Italia in quegli anni dettava le regole mondiali dell’innovazione con Aprilia, Malaguti, Vespa ed Italjet. Giovani all’uscita di scuola ostentavano fieri l’ultimo acquisto ai compagni vantando le doti tecniche e prestazionali. Un periodo, quello dell’adolescenza, dove l’identificazione dello status sociale coincideva spesso con il veicolo prescelto.

In un ventaglio ampio, dove Aprilia SR, Malaguti Centro e la Vespa affollavano i bar, c’ era già chi amava distinguersi per sportività e soluzioni futuristiche in sella ad Italjet. Scooter ispirati al settore aereonautico, che regalavano piacere alla vista e alla guida con il modello Dragster in voga all’epoca. Nel tempo l’immagine impressa del marchio è uno scooter dal carattere forte, identitario, non certo economico, ma con soluzioni premium sul piano innovativo. Italjet torna per i suoi clienti ed appassionati con uno scooter all’altezza delle aspettative: Roadster. Scopriamo insieme i dettagli tecnici, per poi passare alle soluzioni estetiche di grande originalità. Sul piano del design si tratta di un mezzo estremo che può piacere ai puristi che sono cresciuti con una concezione racing anche nella filiera degli scooter.
Le caratteristiche dell’Italjet Roadster
Sotto la sella troviamo un classico motore monocilindrico da 394 cm³ raffreddato a liquido. I dati annunciati dalla Casa italiana indicano una potenza massima di 41,5 CV a 7.500 giri/minuto e un picco di coppia di 41,2 Nm a 6.000 giri, peso a secco dichiarato è di soli 151 kg. Numeri impressionanti per un mezzo adatti a manici veri.

Il tratto distintivo è l’avantreno, dotato di un sistema brevettato chiamato DLAS (Dynamic Linkage Articulated Steering). Questa architettura è progettata per separare le funzioni di sterzo da quelle di ammortizzazione, con l’obiettivo di migliorare la precisione di guida. Tecnologia quindi ma anche richiami nei dettagli al mondo aereonautico, come il doppio scarico firmato Akrapovič. Riduzione delle plastiche per far esaltare il telaio in alluminio. Il tasto dolente è il prezzo, l’innovazione e la qualità si pagano 7.500 euro, ma bisognerà aspettare settembre 2026 per provarlo su strada.





