Lewis Hamilton ha vissuto un 2025 da incubo, la prima stagione nella sua carriera conclusa senza podi. Analizzando l’andamento del campionato, emerge una statistica che non lo farà di certo sorridere.
Un disastro su tutta la linea. Con queste poche, secche parole si potrebbe riassumere la stagione d’esordio di Lewis Hamilton al volante della Ferrari, dopo una delle più clamorose operazioni di mercato nella storia dello sport, e non solo della F1. Il sette volte campione del mondo non è mai salito sul podio per la prima volta nella propria carriera, uno smacco che verrà cancellato a fatica negli anni a venire.

Gli unici piazzamenti sono arrivati nel format delle Sprint Race, con una vittoria in Cina ed un fortunoso terzo posto a Miami, maturato in condizioni difficili e con pista bagnata. Hamilton è uscito con le ossa rotte dal confronto interno con Charles Leclerc, e poco conta il fatto che la SF-25 sia stata una delle Ferrari peggiori della storia, incapace di vincere anche una sola gara. Il primo nemico di un pilota, che si tratti di categorie minori o della massima formula, è sempre il compagno di squadra, e gli 86 punti di ritardo pagati nei confronti del monegasco pesano come un macigno. Peggio di così, davvero, non poteva andare.
Hamilton, meno punti di Sainz nella seconda parte di stagione
L’umiliante 2025 di Lewis Hamilton ha vissuto la sua fase più negativa nelle ultime gare, nelle quali il britannico ha messo in fila una serie clamorosa di eliminazioni in Q1. Pensate che, a fronte di 0 podi conquistati da Sir Lewis, Carlos Sainz ha ottenuto due terzi posti con la Williams, chiudendo sul podio sia a Baku che a Lusail. Il tanto bistrattato pilota spagnolo, licenziato in tronco lo scorso anno per lasciare il proprio posto in Ferrari all’asso di Stevange, ha risollevato il team di Grove, facendo meglio del sette volte iridato.

Tutto finito? Nemmeno per sogno, perché c’è un altro dato da sottolineare. Dall’Olanda in poi, Hamilton ha ottenuto 47 punti, uno in meno rispetto a Sainz, che dopo la pausa estiva ha dunque ottenuto più punti rispetto al ferrarista. La narrazione televisiva ha parlato di un Lewis migliorato nel rendimento dal ritorno dalle vacanze estive in poi, ma i numeri smentiscono tutto questo. Dato l’investimento effettuato dalla Ferrari, l’ingaggio del britannico è sino ad oggi il più grande fallimento della storia, ed il 2026 sarà l’ultima occasione per dargli un senso logico.





