Michael Schumacher ha scritto la storia della Ferrari, ed oggi ripercorreremo una delle più grandi imprese della carriera del sette volte campione del mondo. Torniamo indietro nel tempo ad uno dei GP meglio ricordati.
Quando si pensa a Michael Schumacher vengono in mente una carrellata di immagini che tutti noi abbiamo potuto vivere sulla nostra pelle, emozioni impossibili da scalfire, appartenenti ad un’epoca sempre più lontana del tempo. Con il Kaiser di Kerpen, la Ferrari è tornata ad essere grande, dominando la F1 dei primi anni Duemila, trasformandosi in un vero e proprio ruolo compressore. Tutto ciò che era stata in un passato molto lontano, ai tempi degli albori di questo sport.

La Ferrari di Schumacher è stata la più forte di ogni epoca, ma ci vollero diversi anni prima che quel dominio si concretizzasse. Le beffe del 1997 e del 1998, con il tedesco battuto da Jacques Villeneuve e Mika Hakkinen, non fecero demordere Michael, il quale tornò ancora più forte dopo l’incidente di Silverstone del 1999. All’alba del campionato 2000, vi era la sensazione che l’all’ora due volte campione del mondo fosse alla sua ultima occasione, così come il team principal Jean Todt. E tutto il gruppo di lavoro non se lo fece ripetere due volte.
Schumacher, quell’urlo da brividi a Suzuka nel 2000
La stagione 2000 iniziò in maniera trionfale per Michael Schumacher, che ottenne tre vittorie nei primi tre appuntamenti, volando a +24 nel mondiale sulla McLaren di Mika Hakkinen (all’epoca un gap non da poco considerando che il vincitore prendeva 10 punti e non 25 come al giorno d’oggi). Tuttavia, il finlandese e le frecce d’argento vennero fuori durante l’estate, rimontando di rabbia, approfittando anche dei ritiri di Spielberg ed Hockenheim del tedesco, causati da collisioni alla partenza.
Hakkinen, con il trionfo di Budapest ed il successivo sorpasso con Ricardo Zonta nel mezzo tra sé ed il suo rivale in Belgio, volò in testa al mondiale, alla vigilia di un Gran Premio d’Italia che aveva il sapore della sfida decisiva. A casa della Ferrari, il sette volte campione del mondo fu imbattibile, per poi ripetersi anche ad Indianapolis. Con il contemporaneo ritiro di Hakkinen, volò a +8 nel mondiale con due tappe ancora da disputare. Con queste premesse, una vittoria in Giappone, l’8 di ottobre del 2000, gli avrebbe garantito il titolo con una gara di anticipo.
A Suzuka, Schumacher fece segnare la pole position, perdendo però la prima posizione al via a favore di Hakkinen. Il capolavoro strategico che gli consegnò il titolo fu pensato da Ross Brawn, che fece caricare più benzina alla prima sosta , permettendo al campione tedesco di allungare il secondo stint. Schumy impose un ritmo da qualifica, e sfruttando il superlativo lavoro dei meccanici, volò in testa alla corsa, portando a casa il titolo mondiale.
In un lampo, vennero cancellati 21 anni di digiuno Ferrari, che dal 1979, con Jody Scheckter, attendeva di festeggiare un titolo piloti. Nel video qui postato, caricato sul canale YouTube “MIGU F1“, possiamo ascoltare il team radio di fine gara, in cui il tedesco si rivolse al team urlando all’impazzata: “Sei grande Ross, sei grande, siete tutti grandi ragazzi, non può essere vero. Yahooooo, ce l’abbiamo fatta. Date a Corinna un grosso bacio da parte mia“.