Perché la Ducati Desmosedici si chiama così? L’origine di un emblema del Made in Italy

Vi sono Ducati che hanno fatto la storia in pista. La Casa di Borgo Panigale continua a dominare in MotoGP grazie alla Desmosedici GP25. Ecco perché è stata battezzata così.

Ducati, il diavolo rosso, che veste italiano. Per molti Ducati è una filosofia, una religione, e caratteristiche peculiari come il propulsore Desmo una fede. Non c’è una forzatura o una esagerazione in quanto suddetto, ma una grossa verità. Magari qualche lettore si starà riconoscendo o avrà nella cerchia dei suoi amici un ducatista integralista. Scherzi a parte, soffermiamoci su un termine che ha fatto la storia e il successo della moto italiana più famosa al mondo: motore desmodromico.

Perché la Ducati Desmosedici si chiama così
L’innovazione della Ducati (Ansa) Allaguida.it

Che cosa significa? Il nome “desmodromico” deriva dalle parole greche “desmos” = controllata e “dromos” = corsa. Si può intuire che si tratta di un sistema di distribuzione dove la corsa della valvola è controllata sia durante la fase di apertura che in quella di chiusura. È proprio questo controllo della corsa d’apertura e chiusura delle valvole d’immissione della miscela aria/carburante ed espulsione dei gas combusti dai cilindri che lo rende unico. Nel dopoguerra le vetture da competizione Mercedes-Benz “W196” e “300 SLR” con comando valvole desmodromico fecero incetta di vittorie, celebrando il campionato mondiale di Formula 1, oltre alla Mille Miglia del 1955, prima del ritiro dalle corse motivato dal grave incidente alla Le Mans.

L’innovazione della Ducati

In campo motociclistico il sistema Desmo è stato lungamente studiato e perfezionato dall’ingegnere della Ducati Fabio Taglioni, fino a farlo divenire il principale simbolo tecnico della Casa di Borgo Panigale. Probabilmente incoraggiato dai successi sportivi delle Mercedes-Benz e delle OSCA con distribuzione “desmo”, nel 1954 Taglioni, allora alla Mondial Moto, decise di progettare un motore motociclistico dotato di questo sistema per competere nella classe 125 del Motomondiale.

Pecco Bagnaia e Marc Marquez buon rapporto per Tardozzi
Pecco Bagnaia e Marc Marquez in azione (ANSA) – Allaguida.it

A causa delle forze d’inerzia troppo elevate, il motore non ebbe successo, ma nel 1956 lo stesso Taglioni, passato alla Ducati, cambiò impostazione e progettò quello che rimane l’icona tecnica della casa. Il sistema infatti, con poche modifiche, ha equipaggiato da allora in poi gran parte della produzione motociclistica di serie e successivamente anche di quella sportiva, sia nelle Superbike (a partire dagli anni ottanta del XX secolo), sia nelle MotoGP.

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