Il colore verde Kawasaki è divenuto un simbolo di velocità sue due ruote. Scopriamo come è nata la scelta cromatica del marchio di Kobe.
Quando si pensa a una Ducati si pensa al rosso, ma con il verde mela il pensiero ricade solo sulla Kawasaki. Ma le storie di queste moto sono legate ai colori? Partiamo da un modello che si è conquistata una fama immortale per la sua cilindrata e per il suo colore: Mach III, “la bara volante”. Chi non è più giovanissimo o è un appassionato di motori, ricorderà benissimo l’iconico modello del marchio giapponese, che negli anni ’70, sfidava ogni record di velocità mietendo vittime sulla strada tra i piloti.

Il primo utilizzo del verde risale al 1968, sulla A1R guidata da Walt Fulton jr., in una gara disputata a Daytona. Nel 1970, il verde al pari del viola, per le persone superstiziose era un colore sfortunato, ma chi invece ha legato la sua fortuna al verde come il pilota Fulton e Kawasaki, ne hanno fatto una bandiera. Oggi, anche un bambino che vede parcheggiata una moto verde mela l’associa ad una Kawasaki. I successi dipinti di verde risalgono al 1978 quando Kawasaki vivrà un periodo breve ma ricco di titoli mondiali.
La storia della Kawasaki
Dal 1978 in poi il marchio giapponese inizia a dettare legge sia in 250cc che in 350cc, dopo anni di dominio Yamaha. In entrambe le categoria bisogna ringraziare Kork Ballington, che scrive anche la storia diventando il primo campione del mondo sudafricano. Nella classe maggiore è un vero dominio: sei vittorie, altri tre podi ed il secondo classificato quasi doppiato come punteggio finale.

Per quanto riguarda la quarto di litro, è doppietta iridata con Ballington e Gregg Hansford, con ampio margine sui rivali. Si aggiungono anche i titoli costruttori in entrambe le categorie. Kawasaki continua imperterrita a trionfare in 250cc, imponendosi per il biennio 1980-1981 grazie ad Anton Mang (pur comparendo nel primo anno come Krauser-Kawasaki, visto lo sponsor personale) sia in classifica piloti che costruttori. Dal 2015 al 2020, come ben saprete, ha vinto 6 titoli mondiali di fila con Jonathan Rea, il quale ha portato il brand giapponese di nuovo al suo posto, sull’Olimpo, sul gradino più alto.