Qual è la moto più bella del mondo? Questo modello mette tutti d’accordo

Il bike market non conosce la crisi che sta attraversando l’industria dell’automotive. Scopriamo la moto più bella in assoluto.

Amici, appassionati di due ruote, motociclisti in erba o navigati per decretare la moto più bella al mondo ci vorrebbe un referendum in campo neutrale. E’ un compito difficile anche per chi le moto le ama e le conosce. La passione non basta, bisogna essere lucidi, freddi distaccati anche dalla propria identità nazionale e guardare al passato con un occhio critico, da estimatore non pagato, un pensatore libero che si affida solo alla conoscenza senza influenze generazionali.

La storia di un mito intramontabile
La moto migliore al mondo – Allaguida.it

Il motociclismo europeo può vantare, Italia compresa, moto e modelli iconici, e non basterebbero volumi per raccontare le motociclette italiane, inglesi o tedesche che hanno fatto storia. Il motociclismo sul finire degli anni ’60 ha conosciuto il pre Honda e il post Honda. La moto giapponese che ha rivoluzionato il mercato motociclistico mondiale è la 750 Four, un capolavoro prodotto dal 1969 al 1978, considerata una delle pietre miliari nel settore delle moto di serie. Naturalmente questo modello va contestualizzato nel periodo storico, dove le strade e il mondo delle corse conoscevano solo Moto Guzzi, Ducati, Laverda, Norton, Triumph e altri pochi top brand.

La storia di un mito intramontabile

La Honda 750 Four fu svelata al salone di Tokyo del 1968 con caratteristiche tecniche innovative: un motore a 4 tempi e 4 cilindri in linea da 736 cm³ dotato di distribuzione in testa a catena, con avviamento elettrico, cambio a 5 rapporti e alimentazione con 4 carburatori Keihin da 28 mm, per una potenza di ben 69 CV a 8.000 giri, che davano la possibilità di raggiungere i 200 km/h e affrontare i 400 metri da fermo in 13,5 secondi, con velocità d’uscita di oltre 160 orari. Ascoltate nel video in basso del canale YouTube Retrorunners il sound della Honda.

La ciclistica vantava un disco anteriore da 290 mm e un tamburo posteriore da 178 mm, cerchi da 19 e 18 pollici con pneumatici 3.25-19 e 4.00-18. Infine il peso dichiarato era di 239 kg a secco. Segni particolari: bellissima. La moto era anche dotata di avviamento elettrico di serie, di una strumentazione completa e di freno a disco all’anteriore; il motore si presentava grintoso ed affidabile come pochi. Nel giro di dieci anni con diverse serie e cilindrate la Honda aveva riscritto il canone moderno del motociclismo, pensionando la concorrenza in un solo colpo. Il resto è storia contemporanea.

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