La vita di un operaio può essere molto più stressante e meno sicura di quanto immaginiate. Ecco lo stipendio dei lavoratori in Lancia.
Non esistano sicurezze granitiche e incrollabili, soprattutto nel mondo del lavoro. In passato entrare alla FIAT era sinonimo di sicurezza e serenità per il futuro del lavoratore. Torino e FIAT hanno fatto la fortuna e la vita di una classe operaia che con dignità e decoro ha cresciuto figli e ha visto nascere nipoti. Un posto in FIAT era sinonimo di numerosi vantaggi anche per gli operai, che beneficiavano della mutua privata MALF (cliniche private) pagate per se è per i propri familiari.

C’erano tante agevolazioni come case messe a disposizione dalla FIAT con affitti super popolari, accesso allo sport gratuitamente, abbonamenti allo stadio e prezzi agevolati. Torniamo al presente e alla FIAT, di oggi, capitanata da John Elkann. Il colosso Stellantis, nato dalla fusione tra la Fiat Chrysler Automobiles e PSA, ha sede fiscale ad Amsterdam, sede operativa a Hoofddorp e controlla 14 marchi automobilistici: Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Citroën, Dodge, DS Automobiles, FIAT, Jeep, Lancia, Maserati, Opel, Peugeot, Ram Trucks e Vauxhall. Gli stabilimenti si stanno spostando sempre più a Est con un cambiamento radicale del lavoro e dei benefit legati a certe posizioni, fosse anche di operaio all’interno dell’azienda.
Quanto guadagna un operaio della Lancia?
In media gli operai meccanici della Lancia percepiscono una cifra annuale netta tra i 16.071 € e i 17.405 €. Lo stipendio medio di un operaio del brand torinese è di 1.350 € al mese. Come dicevamo sono venute meno quelle agevolazioni del passato, in più, anche le sicurezze del futuro.

Da circa due anni il Gruppo sta attraversando una crisi senza precedenti per ragioni multifattoriali, come dazi minacciati dalla politica americana, una normativa europea sempre più attenta e stringente sull’inquinamento, e soprattutto una espansione del mercato dell’auto asiatico sempre più concorrenziale, esponendo gli operai in primis alla cassa integrazione nella migliore delle ipotesi, al trasferimento, o in certi casi al licenziamento con una difficoltà oggettiva a reinventarsi nel complesso mondo del lavoro. Pertanto non è per nulla semplice e sicura la vita da operaio oggi, soprattutto nelle aziende italiane.