Porsche e BMW sono due brand che raramente si sono contesi qualcosa, producendo auto per segmenti del tutto differenti tra di loro. Tanti anni fa ci fu però un caso che fa scalpore ancora oggi.
Nel momento in cui i costruttori sono in procinto di presentare le loro nuove auto, attuano quella che viene definita la politica del camuffamento. Durante i test su strada, infatti, si fa di tutto per cercare di nascondere le novità dei nuovi modelli, utilizzando livree camuffate, teloni e tutto ciò che può servire per evitare di rovinare l’effetto sorpresa. La Porsche sfruttò una tattica molto particolare negli anni Settanta, acquistando una BMW, un caso emblematico e che oggi, per ovvi motivi, non sarebbe possibile.

Nello specifico, mezzo secolo fa la Porsche acquistò una BMW 2002 per coprire la sua 924, un’idea che venne ai responsabile della casa di Weissach nel pieno degli anni Settanta. La 924 era la prima Porsche con motore anteriore, il che significa che gli ingegneri dovevano partire da zero, senza modelli precedenti a cui ispirarsi. L’idea fu quella di camuffare la loro sportiva con un modello che non aveva niente a che fare con la Porsche stessa ed il gruppo Volkswagen. E fu così che ne nacque qualcosa di mai visto prima.
Porsche, il misterioso acquisto di una BMW negli anni Settanta
La Porsche prese la decisione di acquistare una Opel Manta di prima generazione ed una BMW 2002, sfruttandoli come muretti per il progetto EA425, il nome interno di quella che sarebbe poi diventata la 924. Quest’ultima debuttò sul mercato nel 1976, e sfruttava molti componenti di auto prodotte da Audi e Volkswagen. A conferma di ciò, fu assemblata presso lo stabilimento Audi di Neckarsulm, dopo che la Volkswagen decise di abbandonare la propria variante del progetto per puntare sulla Scirocco.

Da punto di vista tecnico, la Porsche 924 era spinta da un motore quattro cilindri 2.0 che derivava dall’Audi 100, ed una decina di anni dopo, fece il proprio esordio anche la 924 S, con cilindrata aumentata a 2,5 litri, su un motore puramente prodotto dalla Porsche. Insomma, un progetto davvero ardito che sfruttò ogni tipologia di trucchetto per restare segreto fino all’ultimo, e che poi ottenne un buon successo.





