L’Alfa Romeo è un marchio che sta cercando di riscattarsi dopo le difficoltà degli ultimi anni. Ormai un decennio fa, Sergio Marchionne volle far produrre un’auto che aveva l’obiettivo di sconfiggere le grandi berline tedesche.
Sono trascorsi ormai oltre 7 anni dalla morte di Sergio Marchionne, dopo il quale l’automotive italiano è del tutto scomparso dai radar. Tra i suoi più grandi amori spiccava l’Alfa Romeo, un marchio che volle rilanciare mediante la presentazione di due modelli di successi, vale a dire la berlina Giulia ed il SUV Stelvio. Marchionne riporta la casa del Biscione anche in F1, mediante l’accordo trovato con la Sauber, che rimase in vigore dal 2018 al 2023.

Come anticipato, l’Alfa Romeo Giulia è una delle auto in cui Marchionne ha creduto maggiormente nella sua vita professionale, ed è proprio nel 2025 che questa berlina sportiva, dalle caratteristiche tecniche eccezionali, compie 10 anni di vita. Ad oggi, viene ancora prodotta nello stabilimento Stellantis di Cassino su piattaforma Giorgio, ma ormai sono pochi coloro che procedono ad un suo ordine. Andiamo a scoprire quali sono i segreti di quest’auto e per quale motivo non ha soddisfatto le aspettative nella sfida alle berline tedesche come Audi e Mercedes.
Alfa Romeo, la storia della Giulia che non raggiunse l’obiettivo
All’epoca della presentazione dell’Alfa Romeo Giulia, Sergio Marchionne dimostrò di credere e non poco in questo progetto, tanto che era convinto che potesse sfidare Audi e Mercedes: “Per quanto mi riguarda, ho sempre guidato auto tedesche nel corso della mia vita. Tuttavia, vi posso dire che la Giulia è la migliore sotto il punto di vista tecnico. Si tratta di un’auto inattaccabile, in Europa è meglio vendere auto premium, dal momento che esse pagano molto meglio rispetto al mercato degli Stati Uniti d’America“. Tecnicamente, la Giulia si rivelò una vettura di altissimo livello, ma il successo fu inferiore a quello che i vertici si aspettavano.

Infatti, l’Alfa Romeo Giulia pagò un ritardo sul fronte tecnologico ed elettronico, così come di immagine e di marketing. Non fu compiuto un lavoro all’altezza della bontà tecnica di questa macchina, che poteva contare su un’eccezionale gamma di motori, con il top di gamma che è il V6 da 2,9 litri da 520 cavalli montato sulla versione Quadrifoglio. Purtroppo, dunque, non si trattò di un successo di livello eccezionale come si poteva pensare, ma resta comunque un’auto di altissimo livello sul fronte tecnico.