Questa era la Porsche “giapponese”, la Honda rivale di Weissach che fece sognare i fan: aveva un dettaglio che aveva a che fare con Senna

La Porsche ha dei prezzi di mercato molto elevati, e non tutti possono permettersi il suo acquisto, tanto per usare un eufemismo. Ecco la rivale giapponese che la Honda in grado di sfidare la Boxster.

Il mondo dei motori non sta vivendo un momento esaltante, ed il discorso si amplifica ulteriormente in questo senso se si parla delle auto sportive, ormai una vera e propria rarità. Dal canto suo, la Porsche sta vivendo un 2025 molto difficile ed ha rivisto a ribasso le proprie aspettative, a causa di un netto calo di vendite patito nel mercato cinese, uno dei più importanti in assoluto, ad oggi, anche per i marchi europei.

Questa era la Porsche "giapponese", la Honda rivale di Weissach che fece sognare i fan: aveva un dettaglio che aveva a che fare con Senna
Honda – Allaguida.it

Tornando indietro nel tempo, oggi vogliamo raccontarvi i segreti di un modello “rivale” della casa tedesca, che poteva essere acquistato a prezzi ben più bassi, e che si rivelo un successo. Ci stiamo riferendo, nello specifico, alla splendida Honda S2000, una spider nata nel 1998, che dettò legge nel proprio segmento negli anni Duemila. La sua produzione partì nel 1999 e terminò nel 2009, al termine di una decade gloriosa e ricca di soddisfazioni. Andiamo a scoprire quali erano i suoi segreti e perché era così apprezzata dal pubblico.

Honda, il mito della S2000 che dominò il mondo

La Honda S2000 era lunga 4.135 mm, con una larghezza di 1.750 mm ed un’altezza di 1.285 mm, con un peso contenuto, di soli 1.245 kg. L’obiettivo era quello di unire il piacere di guida con il fascino delle auto scoperte, con molte delle tecnologie che derivavano dal mondo del motorsport, come il quadro strumenti digitale che venne ripreso dalla McLaren MP4/6 iridata con Ayrton Senna in F1 nel 1991. La casa giapponese, all’epoca, forniva infatti i motori al team di Woking.

Honda S2000 mito degli anni Duemila
Honda S2000 in mostra (ANSA) – Allaguida.it

Dal punto di vista tecnico, si punto su un motore 2,0 litri di cilindrata, 16 valvole, con due alberi a camme in testa ed una potenza massima di 240 cavalli. Presente una fasatura variabile VTEC, per un motore aspirato naturalmente, che girava sino a 9.150 giri al minuto, proprio grazie alla fasatura variabile. La potenza specifica era a propria volta molto elevata, con un rapporto di ben 120 cv/l. La coppia massima era di 207 Nm a 7.500 giri al minuto.

Il cambio er aun manuale a sei rapporti, con trazione posteriore abbinata ad un differenziale autobloccante Torsen, con sospensioni anteriori e posteriori a due bracci trasversali indipendenti. L’auto, pur essendo decappottabile, era una sportiva a tutti gli effetti, un telaio ad X molto rigido. La Honda puntò su una distribuzione dei pesi al 49% all’anteriore e 51% al posteriore, così da rispettare le volontà dei progettisti, che reputavano questi valori perfetti per una vettura con motore anteriore e trazione posteriore.

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