L’Italia è sempre stata un punto di riferimento nel mondo delle moto, ed oggi vi parleremo di un modello entrato di diritto nella storia delle due ruote. In molti la sognano ancora.
Il nostro paese vanta una miriade di fiori all’occhiello in termini di design motociclistico, con tanti costruttori che hanno prodotto moto da sogno. Oggi vi parleremo della splendida Moto Guzzi V11, che debuttò alla fine del Novecento, in un momento in cui il costruttore di Mandello del Lario viveva una complessa transizione societaria. Infatti, il Gruppo De Tommaso stava cedendo l’attività al Gruppo Aprilia, guidato all’epoca di Ivano Beggio. In seguito, l’azienda passò alla Piaggio.

C’erano dei problemi evidenti nel rinnovamento della gamma degli anni Novanta, ma è qui che sopraggiunse il nuovo gioiello. Al Salone di Milano del 1997 debuttò la Moto Guzzi V11, che voleva ricordare il passato, ma con tante novità tecniche adatte all’epoca. Al pubblico, la vendita fu aperta nell’autunno del 1999, e la moto colpì per la sua semplicità. Non c’erano carene, ma linee essenziali, con il telaio verniciato in rosso con il codino ed il serbatoio in verde Legnano. Il motore, inoltre, venne lasciato libero di essere ammirato.
Moto Guzzi, la V11 che fu fondamentale per la casa italiana
La Moto Guzzi V11 era spinta da un motore bicilindrico a V da 1.064 cc di cilindrata, che veniva raffreddato ad aria e con iniezione elettronica Magneti Marelli, altro fiore all’occhiello dell’Italia dell’epoca. La potenza massima era di 91 cavalli ad 8.200 giri al minuto, con un picco di coppia notevole, pari a 94 Nm, che veniva raggiunta a 5.400 giri al minuto. La distribuzione era ad aste e bilancieri, in grado di donare un sound eccezionale, e la spinta era importante ai regimi medi, con ottima ripresa nelle fasi di uscita di curva, grazie anche al cambio a sei marce.
La trasmissione finale era a cardano, mentre il telaio era monotrave in tubi di acciaio. All’interiore c’era una forcella rovesciata Sachs da 43 mm, regolabile nel precarico. Guardando al retrotreno, troviamo un forcellone monobraccio con ammortizzatore a gas e serbatoio separato. Doppio disco anteriore, guardando all’impianto frenante, da 320 con tanto di pinze Brembo, a quattro pistoncini. Al posteriore, il disco era da 282 mm. Ne furono prodotte tante serie speciali, come la Moto Guzzi V11 Sport Rosso Mandello del 2001, la V11 Scura, la Ballabio, la Coppa Italia e la Le Mans. Nel video qui postato, caricato sul canale YouTube “Mototv“, possiamo vederla in azione.