Sul fronte motori, sono stati creati progetti incredibilmente complessi e differenti tra di loro nel corso della storia, ma ciò di cui vi parleremo oggi non ha eguali. Ecco la rivoluzione che segnò la storia.
Il mondo dei motori ci ha regalato dei progetti originali ed interessanti, ma oggi vi parleremo di un’idea a dir poco geniale, di cui pochi hanno memoria. Si tratta del boxer biturbo di casa Subaru, il brand che è considerato il più affidabile in assoluto in base all’analisi delle proprie prestazioni e delle migliaia di chilometri che le auto che produce possono percorrere. Al giorno d’oggi, si occupa della produzione di SUV ibridi e con trazione integrale Symmetrical AWD.

L’unica vettura sportiva che produce è la BRX, che in Italia non è più disponibile. Viene venduta solamente all’estero, con un motore boxer 2.4 aspirato naturalmente. Tuttavia, guardando alla fine degli anni Novanta, la Subaru era un marchio che tendeva a sperimentare molto, come ricorda l’approfondimento del sito web “Motor1.com“. All’epoca, fu realizzato un coraggioso motore Boxer quattro cilindri twin-turbo sequenziale. Fu l’unico quattro cilindri benzina con due turbocompressori montati in sequenza, ma non fu mai prodotto in serie. Andiamo a scoprire quali erano le sue caratteristiche.
Motore, ecco il boxer biturbo della Subaru
La Subaru diede vita al motore in questione nel 1993, con la seconda generazione della Legacy, ed il progetto fu denominato EJ20 win-turbo, con due turbocompressori identici e posizionati in serie. Il primo turbo lavorava da solo sino a 4.000 giri al minuto, per poi essere affiancato dal secondo. Il sistema chiudeva temporaneamente la valvola wastegate del primo turbo per iniziare l’attivazione del secondo. Alla fine del processo, i due turbo lavoravano assieme, grazie ad una rete di turbi, solenoidi e centraline elettroniche.

Tuttavia, pur essendo molto interessante sotto il profilo tecnico, queste soluzioni erano complesse ed anche potenzialmente problematiche. Tra i guai principali c’era la caduta di pressione nel momento di transizione tra il primo ed il secondo turbo, ma non era l’unico intoppo del progetto. La potenza, dai 246 cavalli iniziali, toccò anche i 276 in alcune versioni, ma c’erano anche problemi ulteriori, che portarono alla sua dismissione. Un gran peccato, perché l’idea era notevole.