Legge sospesa già da mesi, ma da quel giorno non sono arrivate leggi alternative, ancora tutto in bilico in Italia. Matteo Salvini si infuria.
Matteo Salvini è tornato protagonista con la riforma del Codice della Strada dello scorso dicembre. Un nuovo approccio ha cambiato le carte in tavola. il Tar del Lazio ha messo un freno al decreto NCC di Salvini. Il ricorso dell’Associazione Imprenditori Mobilità Sostenibile è stato accolto. I giudici amministrativi hanno provveduto alla sospensione, dopo un iter sulla sentenza dello scorso dicembre, che aveva definito illegittima la pausa di 20 minuti tra un servizio NCC e l’altro.

Le nuove disposizioni, secondo i giudici, “non appaiono ragionevoli e proporzionate” rispetto ai servizi di trasporto non di linea. Il decreto anche in base al Tar propone un metodo che va a creare problemi sull’organizzazione e sull’operatività degli NCC. Il divieto di contratti con intermediari e la possibilità di collaborare con agenzie di viaggio, alberghi, tour operator e piattaforme di mobilità “comprime la capacità concorrenziale degli operatori”, andando a ostacolare le prenotazioni.
La reazione di Salvini
I giudici hanno ritenuto che la norma rappresenta una “reintroduzione mascherata” dell’obbligo di rientro in rimessa. Una pratica definita incostituzionale dalla Corte Suprema con la sentenza 56/2020. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in una nota ufficiale, ha assicurato che la disposizione “non altera il processo di attuazione dei tre decreti attuativi sulla regolazione di taxi e NCC. Il decreto interessato dall’ordinanza è allo stato dei fatti congelato nelle more del completo sviluppo delle funzionalità dell’applicazione digitale per la compilazione del foglio di servizio elettronico”.

Tuttavia, “continuerà l’interlocuzione e il confronto con le categorie” per mostrare “l’impegno a combattere l’abusivismo di settore e garantire livelli di servizio di qualità ai cittadini”. Il Mit ha affermato “le successive fasi del contenzioso consentiranno di chiarire la ragionevolezza delle scelte regolatorie effettuate”. Il rifiuto “conferma la necessità di una nuova legge sul trasporto pubblico non di linea, capace di garantire equilibri tra le parti e di sostenere turismo, imprese e cittadini”.
Stefano Benigni aveva annunciato: “Rendere il Paese più moderno ed attrattivo, al pari dei grandi stati del mondo, è da sempre una priorità per Forza Italia: per questo siamo fermamente convinti che le liberalizzazioni siano necessarie, oggi più che mai. Auspichiamo che il ministro Salvini, da sempre attento alle esigenze dei cittadini, così come alla tutela di quel fondamentale valore che è la libertà, ponga rimedio ad un provvedimento così dannoso, che non esiste in nessun altro Paese d’Europa”.