Scandalo pompe di benzina, infiltrazioni mafiose anche nel business dei carburanti

In Italia dove c’è un business profittevole spesso c’è una organizzazione criminale. Scoperta una spiacevole realtà per i distributori.

Quando si pensa alla criminalità ingenuamente si fa un riferimento mentale, solo a quella di strada. La magistratura e le forze dell’ordine sono impegnate, tutti i giorni, a contrastarla nelle sue forme più sofisticate ed evolute che trovano sostanza in imprese criminali ben strutturate sul nostro territorio. Le attività d’indagine sono spesso lunghe ed articolate ma portano alla luce anche dopo anni fatti che fanno rabbrividire, ed in certi casi toccano tutti i consumatori di un prodotto o servizio.

Infiltrazioni mafiose pompe benzina
Il business mafioso sulle pompe di benzina – Allaguida.it

Nei nostri viaggi in auto ci sarà capitato di vedere lungo la strada distributori Ewa o Synergy, se ne contano 205 circa in tutta Italia. Il giro d’affari nei carburanti è molto alto e quando ci sono interessi in gioco può capitare, come già è capitato, che ci siano anche infiltrazioni mafiose. Infatti, affisso sui distributori Ewa o Synergy si può leggere oggi “Infiltrazioni mafiose”, fanno sapere dall’Agenzia Dogane e Monopoli del Piemonte, che in queste ore ha chiuso i venti impianti sparsi per la regione (più uno ad Aosta).

Il business mafioso

I vertici della società sono al centro di altre inchieste per intermediazione illecita e caporalato, con l’accusa di rapporti con la criminalità organizzata, oltre all’accusa di allungare il diesel con l’acqua, creando danno alle vetture che si fermano a fare rifornimento. Un vera e propria beffa per glia automobilisti che hanno fatto rifornimento nelle pompe di benzina Ewa o Synergy. Nell’epoca attuale bisogna stare attenti praticamente a tutto.

Carburante diesel al posto della benzina
Carburante ecco come comportarsi – Allaguida.it

Alla prefettura di Milano hanno trovato irregolarità nelle dichiarazioni antimafia delle società cui fanno capo i 205 distributori sparsi per l’Italia e ha emesso un’interdittiva, per cui l’Agenzia viene ‘incaricata’ della revoca delle licenze e della chiusura degli impianti presenti sulle strade. I nostri addetti stanno finendo in queste ore di fare gli inventari e apporre i sigilli”, si legge nella nota ufficiale. Il gruppo è al centro di una maxi-inchiesta fiscale della guardia di finanza di Caserta, che, nel 2024, ha portato al sequestro di oltre 112 milioni di euro in beni e liquidità. Una organizzazione con ramificazioni su tutto il territorio. Per questo riteniamo che l’inchiesta giudiziaria si possa allargare e, se così fosse, sarà nostra cura seguire gli sviluppi di una vicenda incresciosa.

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