Schiaffo all’Italia, in pezzi il sogno del Governo: salta l’accordo nell’automotive

L’Esecutivo italiano è in cerca di soluzioni per uscire dalla crisi in cui è piombata l’industria delle quattro ruote. La decisione penalizzerà il nostro Paese.

Crisi europea dell’auto e dell’intero comparto, ma non tutti i Paesi se la passano così male come l’Italia e la Germania. Il Gruppo Stellantis capitanato da John Elkann si trova a fare i conti con l’eredità problematica dell’ex CEO Tavares, i ricavi sono al minimo storico e si è parlato nelle ultime settimane di una cessione delle Case Alfa Romeo e Maserati.

Allarme per Stellantis
Italia-Cina: salta l’accordo nell’automotive (Ansa) Allaguida.it

Non è cresciuta nell’ultimo anno la produzione e molti operai sono in cassa integrazione. Questa è la fotografia in bianco e nero della situazione attuale del Gruppo, oggi affidato anche alle capacità gestionale dell’italiano Antonio Filosa, nominato nuovo amministratore delegato al posto del manager portoghese. Rivalutazioni delle strategie secondo un principio di delocalizzazione, questa è la politica aziendale.

Allarme per Stellantis

Molte famiglie operaie sono a rischio e se in passato lavorare in FIAT rappresentava un porto sicuro per la propria vita e quella dei propri figli, oggi purtroppo non è più così in Italia. La delocalizzazione non è altro che un processo di riorganizzazione del Gruppo che ha aumentato le produzioni all’estero, in alcuni Paesi dove il costo del lavoro è inferiore come Marocco e Serbia.

Novità BYD batteria HaoHan
Novità BYD cambia tutto (ANSA) – Allaguida.it

Politica industriale che non appartiene solo alla FIAT, naturalmente. Nel frattempo l’espansione del mercato cinese in Europa sta sbaragliando le nostre Case costruttrici che si trovano con un gap di almeno dieci anni rispetto alle auto elettriche prodotte in Asia. Per fronteggiare la crisi che morde, sono nate alle nostre latitudini joint venture anche nei comparti del settore automotive, altrettanto in crisi. Si pensi alla Pirelli e alla Brembo che lavorano con il colosso cinese BYD con ottimi risultati.

Quest’ultima sta offrendo auto innovative nel pieno rispetto delle normative europee e sta accrescendo negli ultimi tempi i volumi di vendita nel nostro Paese e nel Vecchio Continente, con un +280% nel 2025. L’azienda di Shenzhen ha già una fabbrica in Europa, in Ungheria, ha annunciato l’apertura di una seconda in Turchia ed è intenzionata ad aprirne un’altra, ma dove? La scelta del colosso BYD è ricaduta sulla Spagna. I costi dell’energia e la burocrazia hanno penalizzato l’Italia. Un’altra occasione mancata per il Belpaese per attirare un importante investitore estero.

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