Se soffri di questi problemi la tua patente è a rischio: la decisione della Cassazione

La patente di guida non è solo un documento che attesta la capacità di guidare un veicolo ma è una vera garanzia per la sicurezza stradale e quindi per l’incolumità di tutti.

La patente di guida è il documento che consente di  guidare un veicolo. Per ottenerla è necessario passare un esame teorico, uno pratico. Ma anche dimostrare idoneità fisica. Un fatto meno conosciuto ma altrettanto importante è che per ottenere la patente è necessario possedere i cosiddetti requisiti morali.

Si tratta in sostanza di attestare la mancanza di dipendenze e di malattie psichiche invalidanti, che renderebbero la guida rischiosa per tutti.

È possibile guidare per chi soffre di malattie psichiche?

La risposta a questo quesito, che tormenta molti più italiani di quanto si pensi, è sì. Ma a certe condizioni, che comportano verifiche specifiche. Una persona disabile che soffre di malattie psichiche può ottenere la patente B, indipendentemente dal grado di invalidità civile o eventuali handicap. Un passaggio essenziale è la  valutazione psichica per il rinnovo della patente B.

Malattie psichiche e guida
Malattie psichiche e guida, guidare si può ma con responsabilità – allaguida.it

Il principio, come anticipavamo in apertura, è che la legge italiana, per ottenere la patente di guida richiede i “requisiti morali”, una definizione alquanto spaventosa ma che in sostanza significa non essere affetti da malattie psichiche o fisiche che possano compromettere la sicurezza stradale.

È importante sottolineare la necessità di non compromettere la sicurezza stradale perché è proprio questa la chiave che consente in numerosi casi di conseguire la patente B anche in caso di persone disabili che soffrono di malattie psichiche.

La legge italiana prevede che i medici che effettuano la visita medica per il rilascio o il rinnovo della patente di guida debbano segnalare alle autorità competenti eventuali patologie che possono compromettere la sicurezza stradale. Quindi non qualsiasi malattia o patologia anche psichica, ma esclusivamente quelle che possono creare pericoli durante la guida di un automezzo.

Si tratta di una distinzione importante perché la presenza di una malattia psichica non implica necessariamente l’incapacità di guidare un veicolo. È però fondamentale che chi soffre di questo tipo di patologia eserciti un grado di responsabilità aggiuntiva e  sottoponga la propria condizione a un’attenta valutazione medica per garantire la sicurezza stradale, per se stesso e per gli altri.

La valutazione psicofisica per ottenere la patente B

La valutazione medica di idoneità è sempre richiesta per il conseguimento, il rinnovo, la revisione e l’estensione ad una categoria di patente di guida. In caso di patologie psichiche si rende necessaria una ulteriore valutazione: a valutazione psichica, che deve essere effettuata da medici abilitati.

Patente e malattie psichiche
Patente B, anche chi soffre di malattie psichiche può ottenerla – allaguida.it

In particolare, deve essere lo psichiatra a stabilire se la malattia psichica, i farmaci necessari alla terapia possano essere un ostacolo alla guida sicura. 

Se chi è è già in possesso di Patente B si rende conto di essere affetto da una malattia nervosa, la strada da percorrere è una sola: sottoporsi alla alla visita da parte della Commissione medica locale competente. 

Cerchiamo di capire che cosa succede in questo caso: all’automobilista verrà richiesti di presentare un certificato medico redatto recentemente e in particolare il parere di un neurologo. Con questi documenti l’automobilista dovrà quindi sottoporsi alla visita medica che attesta l’abilità alla guida.

Si tratta di un percorso che da quel momento in poi prevederà successivi rinnovi (e quindi ulteriori controlli). Una seccatura, forse, ma anche una garanzia di sicurezza, che consente anche a chi soffre di patologie psichiche di vivere una normale vita di automobilista, con solo qualche controllo in più.

Cosa succede in caso di mancata comunicazione

Si tratta di un rapporto di fiducia reciproca, sotto la responsabilità di chi si rende conto di soffrire di questo tipo di patologie. 

È importante rispettarlo, non solo per questioni di correttezza e sicurezza stradale collettiva ma anche per una questione importantissima, che coinvolge il guidatore stesso e la sua famiglia. 

La mancata comunicazione di malattia psichica, e quindi la mancanza di controlli di idoneità che attestano e certificano la capacità di guida sicura, potrebbe invalidare l’assicurazione sottoscritta. 

È importante sottolineare il fatto che il pagamento dei premi non garantisce in nessun modo che l’assicurazione adempia ai propri obblighi, se l’automobilista non ha adempiuto ai suoi. Nel caso di chi soffre di malattie psichiche, appunto, la comunicazione di questi disturbi e il passaggio obbligato per la visita di idoneità.

Nei casi più estremi la mancata comunicazione, potrebbe anche comportare azioni legali della compagnia assicurativa contro l’automobilista che non abbia rispettato i suoi obblighi, causando un incidente. 

Si tratta come si vede di un doppio disastro che va evitato in ogni modo.

Come fare? Dichiarando sempre la malattia psichica al momento del rinnovo, compilando il modulo in presenza del medico legale. Solo così si sarà sicuri della copertura. È molto importante.

Le malattie psicofisiche pericolose per la guida

Le malattie pericolose per la guida sono descritte in un apposito articolo di legge che vi invitiamo a consultare con attenzione, se il problema vi riguarda. si tratta dell’ articolo 320 allegato II titolo IV del Regolamento di esecuzione del Codice della strada.

Patente e malattie psichiche
Le commissioni mediche sono le autorità accredidate per la concessione della patente, in caso di malattie previste dalla legge – allaguida.it

Vediamo di farne un riassunto che deve intendersi come indicativo e non esaustivo. Si tratta di un vasto campo di patologie, non solo psichiche che elenchiamo per completezza e per mostrare come l’obiettivo della legge sia la sicurezza, qualunque sia la patologia, e non certamente l’isolamento di chi soffre di malattie psichiche. Le patologie descritte nell’articolo sono:

  • malattie psichiche
  • malattie del sistema nervoso
  • diabete
  • malattie dell’apparato endocrino
  • uso di sostanze di tipo stupefacente
  • malattie del sangue
  • malattie dell’apparato urogenitale

Citiamo esattamente il testo dell’articolo: “la patente di guida non deve essere rilasciata né confermata a candidati o conducenti che siano affetti da turbe psichiche in atto dovute a malattie, traumatismi, postumi di interventi chirurgici sul sistema nervoso centrale o periferico o colpiti da ritardo mentale grave o che soffrono di psicosi o di turbe della personalità, quando tali condizioni non siano compatibili con la sicurezza della guida, salvo i casi che la commissione medica locale potrà valutare in modo diverso avvalendosi, se del caso, della consulenza specialistica presso strutture pubbliche”. 

Sono questi i casi in cui chi vuole ottenere la patente dovrà rivolgersi ad apposite commmissioni mediche locali, secondo la procedura che abbiamo descritto. 

Non è infatti possibile stabilire per legge quali malattie siano invalidati e quali no, la valutazione viene fatta da medici proprio perché ogni caso è diverso, ed è la situazione medica individuale a determinare l’abiltà o meno alla guida.

La sentenza della Cassazione

È importante comprendere che l’idoneità alla guida stabilita dalle commissioni mediche non esime il guidatore dalla responsabilità di giudicare le proprie condizioni e non guidare assolutamente nel caso sappia di poter soffrire di una improvvisa perdita di coscienza.

A stabilire questo è arrivata una sentenza della Cassazione, che completa ulteriormente il quadro. Nel caso di un guidatore affetto da crisi epilettiche, che perse conoscenza alla guida, causando la morte di un pedone, la Cassazione ha stabilito che per chi è affetto da patologie che potrebbero causare improvvisa perdita di conoscenza è vietato mettersi alla guida di un veicolo, persino se la Commissione medica ha rilasciato la patente. 

In sostanza, l’ultima responsabilità ricade sempre sul guidatore, che deve essere conscio delle sue condizioni e comportarsi responsabilmente.

Quando la responsabilità viene a mancare, le conseguenze possono anche essere penali e in ogni caso la diagnosi di epilessie non esime dalle conseguenze di eventuali incidenti. 

Guidare si può, ma sempre con responsabilità

L’obiettivo della legge, dei controlli, delle commissioni mediche è quello di assicurare a tutti quelli che possono farlo in sicurezza di guidare e vivere una vita normale, anche al volante.

La sicurezza stradale è sempre la preoccupazione ultima. Diagnosi, autorizzazioni non servono a ghettizzare, ma nemmeno possono essere utilizzati per trascurare la responsabilità di guidare con sicurezza, facendolo quando non si è nelle condizioni fisiche adatte. È un principio importantissimo, che occorre ricordare sempre, per la sicurezza propria e degli altri.

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