Il trasporto a temperatura controllata deve rispondere a una delle sfide più importanti del settore agroalimentare: colmare la distanza fra produttore e consumatore.
Si tratta di un impegno basato soprattutto sul mantenimento della cosiddetta catena del freddo, un percorso che punta a difendere la genuinità dei prodotti da portare in tavola e garantire, giorno dopo giorno, un elevato livello qualitativo. Ciò in parallelo alla costruzione di un rapporto di fiducia più solido con l’utenza finale, oggi come non mai protesa a un approccio più attento ai consumi.
È anche per questo che la dimensione in cui opera la supply chain dell’agroalimentare, la rete che gestisce la catena di distribuzione dal produttore ai venditori finali, non si limita a preservare le caratteristiche nutrizionali e organolettiche degli alimenti, ma anche tutelarne gli aspetti salutistici, igienici e di sicurezza sanitaria.
I trasporti a temperatura controllata: la qualità dell’agroalimentare
Per far fronte alle sempre più elaborate richieste del mercato agroalimentare, nel pieno rispetto delle nuove esigenze in termini di controllo e di conformità dei prodotti, la catena del freddo si basa sul mantenimento di tre range di temperatura: fresco, termosensibile e surgelato.
Questo processo deve assicurare il mantenimento del giusto grado di refrigerio in ogni fase del trasporto, da monitorare attraverso strumentazioni di controllo adeguate e nel rispetto delle norme vigenti. Il tutto, naturalmente, attraverso una rete di trasporto complessa e articolata, di cui a farsi carico sono esclusivamente realtà specializzate nel settore della supply chain.
Una di queste è, ad esempio, STEF, che attua quotidianamente trasporti a temperatura controllata per qualunque categoria di prodotto agroalimentare. L’azienda può contare infatti su un sistema di distribuzione flessibile, controllato e di altissimo livello basato su una vasta rete di piattaforme atte a garantire la catena del freddo in tutte le fasi di trasporto.
Nel dettaglio, all’interno di ogni filiale prima di effettuare un trasporto si procede a verificare lo stato del camion e la sua temperatura. In fase di scarico, si provvede a verificare anche che la merce abbia conservato la giusta temperatura.
Il trasporto di alimenti freschi
L’estrema delicatezza che caratterizza i beni alimentari freschi e freschissimi richiede che ogni fase della movimentazione avvenga all’interno di un range di temperature compreso fra 0 e 4°C; difatti, qualunque variazione termica può causare l’innesco di quei processi di deterioramento che ne compromettono irrimediabilmente la qualità.
Il trasporto a temperatura controllata del fresco permette di preservare l’integrità e gli standard igienici di tutti questi particolari prodotti agroalimentari deperibili.
La catena del freddo, naturalmente, deve essere rispettata sia nelle fasi di stoccaggio all’interno dei magazzini sia nel trasporto vero e proprio, per il quale sono richiesti esclusivamente mezzi dotati di zone di carico raffreddate a temperatura costante controllate da termostati.
Il trasporto dei surgelati
Il trasporto dei surgelati permette di condurre verso i punti vendita anche quei prodotti per i quali sia necessario preservare la fase di surgelamento industriale.
In questi casi, basta infatti anche una piccola una variazione di temperatura a compromettere la salubrità degli alimenti e con essa la salute dei consumatori.
Per questo, nelle fasi di trasporto si adoperano esclusivamente idonei magazzini di stoccaggio refrigerati e mezzi dotati di celle frigorifere a controllo totale della temperatura negativa.
Il trasporto di alimenti termosensibili
Spesso si tende a ritenere che i soli prodotti ad aver bisogno di trasporti a temperatura controllata siano quelli freschi e surgelati. La verità, però, è che anche molti altri alimenti richiedono il mantenimento di un particolare range di temperatura durante il trasporto, pena la modifica della qualità o delle particolari caratteristiche organolettiche.
Fanno parte di questa categoria I prodotti termosensibili – oli, dolci, cioccolata – per i quali il raggiungimento di temperature troppo alte o troppo basse – il range oscilla tra i 15 e i 18°C – può essere deleterio. Non a caso, se ne dispone sempre il trasporto a temperatura controllata, qualunque sia la stagione dell’anno.
Naturalmente, oggi il rispetto della catena del freddo, oltre a essere uno standard di sicurezza fondamentale, è un supporto indispensabile per l’industria agroalimentare italiana, che da sempre si distingue in tutto il mondo per l’affidabilità in termini di sicurezza alimentare e per la qualità dei suoi prodotti più sensibili.