Il gruppo Stellantis ha preso una decisione forte, annunciando un investimento di svariati miliardi di dollari. Tuttavia, l’Italia ne resta esclusa, si investe su altri marchi ed in un paese diverso dal nostro.
La situazione che vive il gruppo Stellantis in Italia è ormai ben nota a tutti, e la produzione ha raggiunto dei livelli davvero infimi. Il rischio è che il 2025 si chiuda con appena 310.000 veicoli assemblati, mettendo assieme il numero di auto con quello dei mezzi commerciali prodotti. Siamo ai livelli degli anni Cinquanta, quando la motorizzazione di massa era solamente ai suoi inizi, e non è possibile operare un confronto del genere.

A farne le spese, oltre che l’industria automotive, sono direttamente i lavoratori, con continui ricorsi a contratti di solidarietà e cassa integrazione, in quella che è una situazione che si è fatta sempre più grave. La volontà è quella di rilanciare la produzione nel nostro paese, ma Stellantis, almeno per il momento, sembra avere altri piani. Il gruppo di John Elkann ha annunciato un investimento da miliardi di dollari, che però non vedrà al centro l’Italia, ma un mercato ben più ampio e di altra importanza.
Stellantis, 13 miliardi di dollari per rafforzare i marchi USA
Nelle ultime ore, il gruppo Stellantis ha fatto sapere di voler investire 13 miliardi di dollari in quattro anni per rafforzare il mercato USA, puntando fortemente su marchi come Jeep e Ram, in quello che è un mercato da sempre fondamentale per i marchi impegnati nell’automotive. Si tratta dell’investimento più importante in 100 anni di attività, che punta all’introduzione di cinque nuovi veicoli, ma anche alla crescita ed alla creazione di nuovi impianti di produzione.

Inoltre, Stellantis ha annunciato la creazione di 5.000 nuovi posti di lavoro, ovviamente sul territorio a stelle e strisce, in stabilimenti di lavoro situati in Ohio, nel Michigan, in Indiana e nell’Illinois. A dirigere le operazioni è il nuovo CEO Antonio Filosa, il quale ha impostato la direzione dell’azienda da un centro di comando situato a Detroit, e che con questa mossa ha confermato il grande impegno nel mercato degli USA. A suo parere, occorre ripartire dal Nord America per ridare vigore al gruppo, in grave difficoltà a seguito della crisi patita negli ultimi anni. Tra le motivazioni di questo investimento c’è anche la consapevolezza del fatto che il mercato europeo fornisca meno certezze, e con margini di guadagno troppo bassi.