Il gruppo Stellantis non può proseguire sulla strada degli ultimi anni, c’è bisogno di un cambio di vedute totale, ed il nuovo CEO Antonio Filosa pare avere le idee chiare. Ecco da cosa si deve partire.
La crisi del gruppo Stellantis non può proseguire, ed è necessaria una svolta che lo riporti ad una posizione più stabile in chiave futura. Nel primo semestre del 2025 ha fatto registrare una perdita di 2,3 miliardi di euro, senza dimenticare tutto ciò che è accaduto con i vari richiami per problematiche di motori. L’ultimo è stato annunciato poche settimane fa, a causa del rischio incendio che coinvolge la gran parte dei modelli più recenti in vendita.

Stellantis ha deciso di ripartire dalla nomina del nuovo CEO, Antonio Filosa, 52enne di origini napoletane, che nel 1999 entrò in FIAT iniziando una scalata che lo ha portato sul ponte di comando del gruppo di John Elkann. Dopo i disastri combinati dalla gestione di Carlos Tavares, è arrivato il momento di dare un segnale. Il gruppo deve riconquistare la fiducia dei clienti e del mercato, ed anche se si tratterà di un processo lungo, è bene iniziare a tracciare la strada da seguire.
Stellantis, Filosa vuole riconquistare la fiducia del mercato
Antonio Filosa dovrà guidare Stellantis fuori dalla crisi, ed una delle prime mosse è stata quella della piattaforma online per risarcire i clienti danneggiati dai richiami, con nuove garanzie straordinarie pensate per chi montava i motori PureTech, fino a 10 anni e 175.000 km, e fino a 240.000 km per i motori BlueHDi. Si tratta di un segnale di vicinanza e comprensione per coloro che hanno subito pesanti disagi, un segnale molto chiaro che mira alla riconquista della fiducia del pubblico. Inoltre, c’è l’obiettivo di rafforzare le gamme dei marchi, evitando sovrapposizioni e concentrandosi su alcuni segmenti specifici.

L’obiettivo di Filosa è quello di dare un valore specifico ad ogni marchio, con identità distinte l’uno dall’altro, distaccandosi dalle idee di Carlos Tavares, che con le sue piattaforme modulari aveva portato quasi ad un’omologazione dei vari modelli, il tutto per risparmiare quanto più denaro possibile nelle fasi di sviluppo e produzioni. Inoltre, si sta ripensando al tema dell’elettrico, riportando in vita anche i motori V8 di Dodge e Ram negli USA, ma dando anche più spazio all’ibrido ed al termico alle nostre latitudini. I miracoli non esistono e ci vorrà del tempo, ma la strada è tracciata e si attendono i risultati.