Stellantis reinventa l’auto elettrica, eliminati due limiti gravissimi

La svolta elettrica del grandi costruttori mondiali passa per progetti nuovi: Stellantis entra nel futuro risolvendo due problemi enormi 

Innovare, ricercare e ottimizzare: sono questi i tre grandi comandamenti che muovono il mondo dell’automotive e Stellantis non fa differenza. Tutti i grandi produttori hanno lo sguardo rivolto al futuro, ai cambiamenti che per scelta o per forza dovranno apportare nelle loro visioni dei modelli puntando sulle zero emissioni.

Il colosso nato dalla fusione di FCA e PSA da tempo ha impostato il suo piano di battaglia per rispettare tutti i paletti previsti in Europa e nel mondo e tutto o quasi passa dall’elettrico. Gli studi fino ad oggi hanno già prodotto risultati concreti e molto interessanti

Quello più tangibile è rappresentato dalla nascita di quattro piattaforme BEV (Battery Electric Vehicle), quindi solo alimentate dall’elettrico per i modelli di presente e futuro. Sono STLA Small, Medium, Large e Frame, accoppiate a tre moduli di azionamento elettrico.

Tutto questo porta a proporre modularità e prestazioni diverse, ma anche due tipologie di celle per batterie per andare incontro alle esigenze di mercato. Mettendo insieme tutte queste opportunità, Stellantis persegue il traguardo di autonomie che andranno da 500 a 800 km, con propulsione a trazione anteriore, posteriore e integrale.

Le quattro piattaforme sono state immaginate con un elevato livello di flessibilità sia sulla lunghezza che sulla larghezza. Questo porta e proporre modelli di tutte le dimensioni, dalle city car fino ai SUV e ai pick-up sfruttando le stesse collaudate basi. Significa un risparmio deciso nei costi di produzione e quindi anche sul prezzo finale per i clienti.

In più, entro il 2024 è previsto l’arrivo di due tipologie diverse di batterie. Una sarà priva di nichel e cobalto, quindi con costi ridotti e senza sbalzi, mentre l’altra sarà ad alta densità energetica, basata sul nichel. E dal 2026 è prevista l’introduzione della prima tecnologia per le batterie allo stato solido.

Stellantis reinventa l’auto elettrica: la nuova piattaforma entra nel futuro

L’ultima arrivata in casa Stellantis è la piattaforma STLA Medium, progettata per garantire oltre 700 km di autonomia, quindi la migliore della sua categoria. Ma si annuncia anche come leader nell’efficienza energetica e nella potenza di ricarica.

Pronta una nuova piattaforma Stellantis: tanti modelli in ballo
Pronta una nuova piattaforma Stellantis (Press Media) – Allaguida.it

Sarà la base di partenza per molti modelli in segmenti chiave come il C e il D, che nel 2022 in tutto il mondo e con tutti i marchi hanno venduto 35 milioni di veicoli a fronte dei 78,2 milioni globali. Questo dimostra quanto sia importante la ricerca e non a caso Stellantis in questi due segmenti già propone 26 modelli diversi.

Grazie alla piattaforma STLA Medium potranno essere assemblati fino a 2 milioni di veicoli l’anno in diversi stabilimenti posizionati in tutto il mondo, cominciando dall’Europa nel 2023. É studiata per assicurare un livello di carica della batteria dal 20% all’80% in 27 minuti.

I veicoli realizzati con questa piattaforma saranno disponibili con trazione anteriore o integrale attraverso l’aggiunta di un secondo modulo di propulsione elettrica nella parte posteriore. La potenza sarà compresa tra 160 e 285 kW.

STLA Medium garantisce ai progettisti un passo variabile tra 2.700 e 2.900 millimetri, per una lunghezza complessiva da 4,3 a 4,9 metri e un’altezza da terra anche superiore a 220 mm. Inoltre tutti i componenti della piattaforma sono progettati per ridurre al minimo il consumo energetico. Parliamo dell’impianto di climatizzazione, lo sterzo, l’impianto frenante oltre che il sistema di propulsione.

Auto elettrica, Stellantis è andata oltre: grazie a questa combinazione non ci saranno più problemi

La ricerca per ottimizzare le piattaforme di partenza dei nuovi modelli da sola però non può bastare e così Stellantis ha messo anche in piedi un programma di ricerca importante. Così’ ha risolto due gravi problemi che fino ad oggi limitavano le batterie elettriche.

Con IBIS c'è la svolta elettrica: cosa cambia
Con IBIS c’è la svolta elettrica (Press Media) – Allaguida.it

Quattro anni di studi portati avanti con un pool di ingegneri e ricercatori del CNRS, il Centro nazionale di ricerca scientifica francese, Stellantis e Saft hanno prodotto un risultato. Oggi infatti è diventato concreto il prototipo di una batteria con accumulo di energia che integra le funzioni di inverter e caricatore.

La combinazione di queste funzioni renderà la batteria più efficiente e quindi significa una maggiore autonomia per i veicoli BEV, ma anche meno spese. In più permette consente di liberare spazio all’interno del veicolo.

Il progetto è stato ribattezzato IBIS, cioé Intelligent Battery Integrated System (Sistema integrato di batterie intelligenti). In pratica le schede di conversione che hanno le funzioni di inverter e caricatore sono montate quasi a contatto con gli elementi della batteria agli ioni di litio. Poi un sistema di controllo raffinato permette alla batteria di produrre direttamente la corrente alternata per il motore elettrico.

La fase successiva sarà quella di passare dal prototipo ad un progetto concreto, montato direttamente su un modello entro il 2030. Anche perché il progetto IBIS garantisce l’opportunità di ridurre il peso dei veicoli e il costo dei sistemi di propulsione a batteria. Tutto questo si tradurrà in prezzi più accessibili per tutti.

Come funziona il sistema elettrico di un’auto a batteria? In pratica la ricarica effettuata da postazioni in corrente alternata, sia le colonnine che il wallbox domestico passa attraverso un caricatore a bordo del veicolo. Questo ha la funzione di trasformare la fase della corrente da alternata a continua, per essere così stipata nelle celle della batteria.

Poi l’energia accumulata, prima di essere impiegata dal motore elettrico, richiede un’ulteriore trasformazione, passando da corrente continua a corrente alternata. IBIS in pratica elimina il caricatore di bordo e l’inverter, saltando questo passaggio e guadagnando spazio. Ma assicura anche una maggiore efficienza nelle fasi di ricarica. Quello che significa in concreto lo vedremo da qui ai prossimi anni.

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