Stellantis, svolta sul caso Takata: fissata la data per risolvere il problema, cosa succederà

La Casa francese sta scavando in fondo al problema, creando un programma di richiami sia volontario che su richiesta delle autorità per i noti airbag difettati Takata.

L’azienda Takata vantava stabilimenti in Europa con sede in Germania, dove erano sorte nove factory. Nel 2013 una serie di incidenti con gravi danni alle persone causate dagli airbag portò Takata a richiamare 3,6 milioni di automobili. La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) avanzò il richiamo di oltre 42 milioni di automobili sul suolo americano. Con la più grande procedura di richiamo di tutti i tempi, Takata entrò in procedura di bancarotta.

Takata, fissata la data per risolvere il problema
Takata, ancora problemi per Stellantis (Ansa) Allaguida.it

L’azienda giapponese aveva una storica antichissima. Creata nel 1933 a Shiga in Giappone da Takezo Takada per la produzione di linee statiche per paracadutismo militare aveva dato un impulso alla sicurezza dei veicoli. Negli anni ’50 iniziò la produzione di cinture di sicurezza. Negli anni ’60 venne inaugurato il primo impianto crash test del mondo. Nel 2000 Takata Corporation aveva messo la mani sulla società tedesca Petri AG, creando la Takata-Petri, poi Takata AG nel 2012. Dopo lo scandolo degli airbag registrò una perdita netta di oltre 700 milioni di dollari un Usa, mentre il debito a livello globale, compreso dei costi dei produttori auto, ammontò a 8,03 miliardi di euro. La società venne ceduta alla Key Safety Systems per 1,6 miliardi di US.

Takata, ancora problemi per Stellantis

Nel giorno della presentazione della Citroen C5 Aircross, giunta alla sua seconda generazione, il CEO Thierry Koskas, ha spiegato la situazione delicata dei richiami per gli airbag Takata difettosi. La Casa francese ha creato un programma di richiami, sia volontario che su richiesta delle autorità, dimostrando impegno nel garantire la sicurezza dei suoi veicoli.

Stellantis, svolta sul caso Takata
Nuovi problemi con gli airbag Takata (Ansa) Allaguida.it

Thierry Koskas, CEO di Citroën, ha annunciato: “L’immagine del nostro marchio è stata danneggiata da questa campagna di richiamo. Allo stesso tempo, penso che ci venga ancora riconosciuto il merito di aver fatto ciò che era necessario. Lo abbiamo fatto perché era nostro dovere essere trasparenti. Ora se ne parla meno, ed è un segnale positivo. La mia unica preoccupazione è che questa vicenda si chiuda al più presto. Entro l’estate non se ne parlerà più, perché avremo concluso lo ‘Stop Drive’ nel nord della Francia”.

Una volta eseguita la sostituzione degli airbag sulle Citroën C3 e DS3, coinvolte nella misura “Stop Drive”, l’attenzione si sposterà su “auto più recenti, che saranno soggette a un richiamo, ma un semplice richiamo. Non sarà necessario smettere di guidare l’auto”. Thierry Koskas ha annunciato che “lo ‘Stop Drive’ terminerà entro l’estate”, sottolineando “la professionalità con cui la campagna viene condotta nel nord della Francia, dove la rete ripara tra le 4.000 e le 5.000 vetture al giorno. Abbiamo airbag in magazzino e i concessionari forniscono un’auto sostitutiva se necessario”.

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