Più di sessanta città italiane hanno risposto presente a un test sulla guida autonoma che dovrebbe iniziare nei prossimi anni.
Sembra diventato un miraggio alle nostre latitudini un parco auto circolante green con EV all’avanguardia. Complice la crisi e un disinteresse generale per le auto elettriche, sempre meno italiani hanno deciso di acquistare un’auto elettrica sino ad oggi, aspettando i convenienti incentivi che stanno dopando un mercato che non decolla. Il problema è dovuto anche all’assenza di infrastrutture di ricarica in città. Nel complesso le metropoli del Belpaese son troppo antiche, strette e urbanizzate per ospitare una rivoluzionaria presenza di colonnine sparse in diversi aeree.

Immaginare la guida autonoma risulta ancora più utopistico. Già negli Stati Uniti, con enormi spazi e imprese avveniristiche come Tesla, sono stati fatti dei passi indietro a causa di incidenti piuttosto allarmanti. I Robotaxi e i Tir 100% elettrici a guida autonoma, avrebbero già dovuto invadere il territorio americano, ma per ora non sono stati recepiti. Il rischio di un flop è molto alto, ma in Italia c’è chi ha voglia di sognare un futuro in cui le auto si guideranno da sole.
Il progetto futuristico per l’Italia
L’Italia si prepara a diventare in Europa il primo laboratorio per la guida autonoma. Sessanta città, tra cui Milano, Torino, Bologna e Genova, hanno già aderito all’iniziativa a livello europeo, come ha ricordato la presidentessa della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, nel suo discorso introduttivo al Patto dei Sindaci 2025.

Si tratta di uno degli obiettivi della ricerca in materia di automotive, in un ecosistema normativo e tecnologico condiviso in tutto il Vecchio Continente. Dallo scoro settembre le vetture equipaggiate con sistemi di assistenza avanzata possono viaggiare sulle autostrade europee in modalità hands-off, ossia i conducenti possono staccare le mani ma devono rimanere vigili, perché rimangono i responsabili.
L’iniziativa in Italia “Autonomous Driving: Italy in the Front Row” unisce amministrazioni locali, università e centri di ricerca con l’obiettivo di uniformare le norme e infrastrutture per favorire l’arrivo dei primi test pilota su strada. Saranno previste anche delle navette a guida autonoma per le strade di Torino. Vedremo cosa accadrà nei prossimi anni.