Un ex “pezzo” di FIAT finisce di nuovo nei guai: l’azienda che la gestiva investita da uno scandalo

Il caos generato negli ultimi anni dall’azienda Blutec ha portato all’estremo anche i suoi lavoratori. Le ultime novità non sono positive.

L’industria italiana è sempre più in crisi e, con cadenza regolare, vi raccontiamo di crac finanziari e bancarotte. Lavorare in un contesto così sta diventando snervante, soprattutto per persone di una certa età che hanno fatto mutui e messo su famiglie. L’ultimo scandalo riguarda un manager che è stato condannato a 7 anni.

Il processo Blutec
Blutec, la decisione dei giudici (Ansa) Allaguida.it

Roberto Ginatta creò la Blutec per rilevare lo stabilimento di Termine Imerese, ma con finalità distrattive a cui si aggiunsero ben presto altre condotte dolose. La società a responsabilità limitata Blutec venne creata nel 2014, grazie all’acquisizione dell’azienda automobilistica italiana Stola, fondata a Torino nel 1919. È nota per aver rilevato l’ex stabilimento FIAT di Termini Imerese e aver ricevuto da Invitalia un contributo di 94 milioni di euro per reintegrare 120 ex dipendenti della FCA a Termini Imerese, sobborgo di Palermo.

Nel settembre 2019, il proprietario di Metec SpA, Roberto Ginatta, e l’amministratore delegato di Blutec, Cosimo Di Cursi, sono stati indagati dalle procure di Torino e Palermo per appropriazione indebita di 16 milioni di euro provenienti dai fondi Invitalia. A 76 anni Ginatta è stato condannato al carcere, mentre Matteo Orlando Ginatta e Giovanna Desiderato sono stati posti agli arresti domiciliari. La famiglia Ginatta aveva comprato una villa nel bosco del parco regionale La Mandria, nei pressi di Torino. La villa ha una superficie di 1.700 metri quadrati e rappresentava una dimora di lusso fuori portata per l’imprenditore.

Il processo Blutec

I giudici della Terza sezione penale del Tribunale hanno condannato a sette anni di carcere l’imprenditore. Ginatta, difeso dall’avvocato Nicola Menardo, era imputato dei reati di malversazione, bancarotta, riciclaggio e autoriciclaggio. La questione è diventata di portata nazionale a causa dello stabilimento di Termini Imerese che, a pieno titolo, appartiene alla storia contemporanea del nostro Paese.

Crac Blutec
Guardia Finanza Caso Blutec (Ansa) Allaguida.it

Ginatta destinò il finanziamento suddetto ad altre finalità rispetto al rilancio del polo industriale. Parte dei 21 milioni di anticipo ricevuti da Invitalia, circa 15 milioni, venne trattenuta per scopi personali. Quindi piuttosto che rilanciare la Blutec, l’imprenditore si tenne dei soldi pe sé e altri li destinò per finanziare la casa madre Metec che era in stato d’insolvenza. Nella sentenza i giudici evidenziano anche operazioni di tipo speculativo verso conti bancari esteri. Uno psichiatra sta valutando la salute dell’imprenditore. Se lo ritenesse “incapace” potrebbero saltare i risarcimenti in appello. Una vera beffa.

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