Oggi torneremo indietro nel tempo per raccontarvi la storia di una curiosa FIAT 500, nota per non aver indossato il marchio della casa di Torino e con un motore differente da quello originale sotto al cofano.
L’automotive italiano al giorno d’oggi non lascia molto spazio all’ottimismo, vista una situazione sempre più preoccupante e con modelli a listino che hanno perduto il loro tocco magico. In passato, tuttavia, la situazione era ben diversa, e vi basti pensare che auto di oltre mezzo secolo fa sono ancora ricordate con grande affetto. Una di esse è senz’altro la FIAT 500, prodotta tra il 1957 ed il 1975, poi riproposta negli anni Duemila da Sergio Marchionne per rilanciare la casa di Torino.

Pensate che di quest’auto furono prodotti 5,2 milioni di esemplari, ed è uno dei simboli della motorizzazione di massa, che proprio negli anni del boom economico interessò il nostro paese. Se la FIAT 500 è ben nota a tutti, non possiamo dire lo stesso della sua versione austriaca, una chicca che in pochi potrebbero ricordare. Andiamo a scoprire le caratteristiche di questa utilitaria, che si distingueva non solo nel nome, ma anche nel motore.
FIAT, ecco la Steyr Puch 500 che si basò sul modello italiano
La vettura di cui vogliamo parlarvi oggi è la Steyr Puch 500, che fu considerata la FIAT 500 austriaca, un’auto fondamentale allo sviluppo della motorizzazione in questo paese. Il marchio Puch era nato nel 1899 a Graz e si occupava della produzione di biciclette, aprendosi poi ad auto, moto e veicoli di altro genere. La Daimler austriaca, che fu fondata nel 1902, si affermò per le sue innovazioni, con la direzione tecnica che fu affidata al grande Ferdinand Porsche. Nel 1928, Daimler e Puch si fusero, mentre l’azienda Steyr, nata nel 1864, si convertì alle auto dopo essere stata sempre impegnata in campo bellico.
Nel 1934, il nome divenne Steyr-Daimler-Puch, e l’obiettivo del secondo dopoguerra fu quello di fornire un’auto economica e competitiva. Si puntò così su un accordo strategico con la FIAT per la 500, spinta da un motore boxer bicilindrico da 16 cavalli di potenza massima e 493 cc di cilindrata, ben diverso da quello tradizionale, un bicilindrico in linea. Il cambio era ZF, ed il motore fu prodotto in alluminio. La Steyr-Puch era caratterizzata da prese d’aria maggiorate, paraurti ridisegnati e cerchi rinforzati. Va detto che non fu molto popolare per via di ciò che prevedeva l’accordo con la FIAT, ovvero il divieto di immetterla su mercati dove era già presente la 500. La sua diffusione fu dunque limitata all’Austria ed a pochi altri paesi in giro per l’Europa. Oggi il suo costo si aggira tra i 5mila e i 7mila euro con alcuni modelli particolari che possono toccare anche i 30mila euro.