Il brand di Mattighofen ha scelto l’EICMA 2015 per lanciare una versione turistica della naked più cattiva presente a listino, cerdando di addolcirla e darle una parvenza da brava compagna. GT nel nome è una sorta di imprinting, una dichiarazione di intenti da parte delle case e KTM Super Duke GT non è da meno, ovviamente.
Motore
Motore ovviamente derivato in via diretta dal 1290 della cattiva naked Super Duke R, del quale mantiene la cubatura e sprigiona 173 cavalli al massimo, anche se gli ingegneri hanno cercato, per quanto possibile, di linearizzare l’erogazione del bicilindrico a V di 75° per renderlo meglio sfruttabile dai motociclisti con il polso settato su “touring”. Comunque non solo la mappatura è nuova perchè, complice l’omologazione Euro 4, la meccanica è stata rivista nella fasatura di distribuzione, nelle camere di scoppio, nelle teste e nell’albero motore.
Elettronica
Se sula 1290 Super Duke R già l’elettronica cercava di addolcirne il carattere più spigoloso, sulla GT il lavoro da fare è stato esponenzialmente maggiore e si è tradotto in un completo pacchetto di controlli. Oltre al cambio elettronico di serie, visto per la prima volta su una KTM, ed il sistema ABS ormai divenuto un must per le moto nonostante qualche remora in passato, sono presenti il controllo di trazione che valuta anche l’angolo di piega, l’assistenza alle partenza in salita ed il controllo del freno motore. Completa ed efficiente, a quanto pare…
Estetica
Alcuni particolari della KTM Super Duke GT sono stati pensati avendo chiaro al centro un concetto: “comodità”. Seguendo questo input gli indicatori di direzione sono autocancellanti come sulle auto, mentre le luci a LED seguono la strada per illuminare meglio l’uscita delle curva. Sarà disponibile, e quindi andiamo negli estremismi adatti ai tourer più incalliti, un pacchetto opzionale che evidenzierà ancora di più la voglia di macinare chilometri di questa GT: comprende un serbatoio da 23 litri, cruise control, manopole riscaldate, parabrezza regolabile e sella meglio imbottita.
Parole di Claudio Anniciello