Cos’è un prototipo e a cosa serve? Dall’ abbozzo ad una nuova auto

Un prototipo, l' abbozzo di una nuova auto

Spessissimo parliamo di prototipi, proprio perché dietro l’ auto che utilizziamo, o che vediamo esposta dal concessionario pronta ad essere venduta, c’è tutto un lavoro di squadra che dura spesso anni, prima di giungere a noi, pronta all’ uso. Il germe che produce tutto ciò, è appunto il prototipo.

Ma cos’è un prototipo?
Il prototipo nasce da un’ idea creativa. Spesso rivoluzionaria, come possono essere quelle anticipazioni in vista di un mercato che si evolve rapidissimamente. Altre volte, come logica conseguenza di un cambiamento naturale, un vero e proprio processo evolutivo, per ristrutturare, gradualmente, la produzione di certi modelli, un po’ datati, di una Casa automobilistica. Sovente, il prototipo vede la luce quando si vogliono utilizzare nuove tecniche che han bisogno di prove e collaudi continui prima di trasferire il bagaglio di conoscenze nell’ auto definitiva.

Non tutti i prototipi hanno uno sviluppo unanime, ovvero, non tutti assurgeranno al loro ruolo di auto, ma spesso, restano soltanto sulla carta, insieme ai capitali impiegati per produrli. Ma “ nulla si crea e nulla si distrugge “, verrebbe da dire, i lavori effettuati su un prototipo, anche quando non sfociano in una nuova auto, vengono ripresi e i migliori conservati per altri studi, il cui risultato finale è, prima o poi, la nuova fiammante vettura che sceglieremo di acquistare.

Cosa c’è dietro un prototipo

Dietro un prototipo c’è un grande lavoro di equipe che coinvolge esperti di meccanica, stilisti, arredatori, esperti di marketing e, a volte, anche sociologi. Il fine non è solo progettare e giungere al prodotto finito, ma studiare a fondo, come progettarlo al meglio, senza dispendio di risorse e di tempo, così come porre in atto tutte le metodiche ottimali per offrirlo in vendita, sapendo, a priori, il target di clientela più congeniale da coinvolgere con quel modello. Su questa piattaforma ognuno ha il suo compito determinante nella riuscita del lavoro, ferma restando l’ importanza dei tecnici veri e propri che sul nuovo modello cureranno anche le soluzioni più appropriate in tema di sicurezza, soprattutto, così come, argomento attualissimo in questi ultimi tempi, il ridimensionamento degli agenti inquinanti e dei consumi, che sono elementi prioritari nella scelta del nuovo modello.

Il Centro Stile delle Case automobilistiche, a questo punto, diventa nodo centrale di tutto il lavoro da svolgere. In questa sede trova spazio la fantasia più fervida di designers giovani e meno giovani che danno spazio alle loro idee a volte stravaganti, a volte innovative a volte attuabili, ma pur sempre proficue. Il Centro Stile, comunque, rappresenta spesso una vera e propria fucina da dove trarre elementi innovatori e produttivi spesso messi a frutto negli anni, indipendentemente dal modello che vedrà la luce. A differenza di quanto accadeva un tempo, in cui i disegnatori basavano tutto il loro lavoro con gli strumenti che avevano a disposizione, matita, gomma e lucidi da proiettare, la moderna tecnologia oggi si avvale di tecniche sofisticate computerizzate, Cad, Cam, che evidenziano , con immagini tridimensionali, le auto sviluppate. Con questi strumenti in mano, ingegneri e designers , sulla base delle forme evidenziate dovranno applicare quegli standards progettuali affinché l’ auto abbia i requisiti previsti per la messa in strada.

Le prove di sicurezza, già al computer

Ma il computer non serve soltanto per dare forma all’ abbozzo di auto, ma, una volta perfezionata anche questa tecnica, al pc si effettuano le prove di verifica e si definiscono i requisiti che l’ auto futura dovrà possedere, sia nei confronti dell’ ambiente col quale dovrà misurarsi, una volta messa in circolazione, così come nei confronti degli altri modelli, cercando di “ rubare “ alla concorrenza, spesso, quegli elementi utili che hanno fatto il successo di un modello piuttosto che di un altro. Si aggiunga, inoltre, che ancor prima che il prototipo si trasformi in auto, è possibile al computer imitare comportamenti di questo in caso di incidente o di tutto ciò che attenti l’ incolumità dei passeggeri. Motivo quest’ ultimo, per ispirare dei veri e propri crach test virtuali.

Le fasi di realizzazione di un prototipo
Quando i test effettuati al computer risultano idonei ad una sperimentazione pratica del prototipo si da il via alla fabbricazione del primo vero e proprio abbozzo di auto. Ancora una volta, è il computer a guidare la mano dell’ ingegnere progettista calcolando, sulla base di ferree regole matematiche e di geometria applicata, le forme precise che il modello dovrà avere nella realtà. Questa fase porta alla creazione del primo prototipo reale, che non è mai di grandezza uguale a quello definitivo dal quale si discosta per dimensioni, in genere è infatti ridotto di un quinto. Il primo prototipo, è infatti in scala 5:1. Il materiale utilizzato è quasi sempre una miscela di cera e metalli leggeri, in quanto, è possibile agire su alcune parti variandone le forme all’ ultimo momento.

L’ ultimo prototipo sul quale effettuare i ritocchi finali, viene costruito in sala 1:1, ovvero è di grandezza uguale a quello dell’ auto a cui si ispirerà. Una volta rimodellatolo al punto giusto, verniciatolo in modo da dargli le sembianze dell’ auto che si intenderà produrre, si ipotizzano i motori della quale dovrà essere dotata. Quest’ ultima è una fase delicata, un eventuale errore in questo momento potrebbe rivelarsi fatale per il futuro della auto da costruire. Oltretutto il prototipo sarà quello che verrà presentato alla stampa specializzata o che troverà spazio nei Saloni dell’ auto e in questa fase, difficilmente, è possibile rimediare ad errori progettuali.

Spesso, il prototipo ha già gli elementi in sé per essere collaudato in pista possedendo quella dotazione di serie che lo avvicina del tutto alla vettura cui si riferisce. In questo ultimo caso l’ azienda produttrice, ha già scelto le sorti per questo progetto viaggiante che spesso conserva la stessa sigla dell’ auto definitiva. Altre volte, invece, si presentano prototipi dalle forme ritenute eccessivamente avveniristiche che creano, talvolta, persino sconcerto da parte degli osservatori. Niente paura, non è segno di stravaganza da parte della Casa automobilistica, quanto invece, da parte di quest’ ultima, il tentativo di prepararsi al lancio della vettura, cui si trae ispirazione nei prossimi due, tre, anche quattro anni, prevedendo, da lì al battesimo dell’ auto, lo sviluppo che la stessa avrà in quest’ arco temporale, alle mutate condizioni del mercato.

Saputo ciò, ultimato il lavoro preparatorio, se tutto va bene, l’ auto, con i nomi più disparati , pronta a far bella mostra di sé nella vetrina del concessionario, sotto fasci di luce creata ad hoc per risaltarne al meglio le forme, pronta ad essere messa in moto al primo giro di chiavi da parte del primo cliente disposto a comprarla.

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