Divieto auto diesel: Mercedes dice no

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La prima fu Oslo nel 2015, poco dopo anche Londra, Madrid e Parigi si sono aggiunge alla promessa di vietare l’ingresso alle auto diesel nelle città. In Italia Roma e Milano si sono subito allineate. Il problema riguarda anche la Germania, tutta, dopo la recente sentenza della Corte federale che ha dato il via libera alle amministrazioni locali sulla possibilità di vietare la circolazione a singole categorie di veicoli. Lipsia in testa, ma anche Stoccarda è in prima fila per vietare le Diesel, la città dove Mercedes ha il suo Quartier Generale.

In un recente comunicato, la filiale italiana di Mercedes-Benz ha ribadito la sua contrarietà, esprimendo un punto di vista condivisibile: l’esistenza di numerose altre misure in grado, sia nel breve che nel medio periodo, più efficaci rispetto ai blocchi della circolazione. Va promossa la mobilità elettrica insieme a tutte le nuove forme di trasporto sostenibile, senza per questo interrompere lo sviluppo dei moderni motori a combustione interna, migliorare la circolazione del all’interno delle città, facendo rete tra Comuni, fornitori e Case automobilistiche.
Sottolineando gli ingenti investimenti destinati alla nuova mobilità (Gigafactory in Germania ed in Cina, Brand EQ ) Mercedes-Benz è andata dritta al nocciolo della questione: è il traffico la principale fonte dell’inquinamento urbano?
Prendendo come esempio Stoccarda, la Casa della Stella evidenzia una realtà difficile da confutare. Ascoltando il dibattito sulla questione, si ha sempre l’impressione che il lvello di particelle NOx sia in costante ascesa.

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Stando ai dati divulgati dal Ministero Federale dell’Ambiente, è vero l’esatto contrario: dal 1990, l’impatto del traffico sull’ambiente è calato del 70%, nonostante siano aumentate di molto le vetture circolanti.
L’ultima stoccata è sulle polveri sottili, le più pericolose per la salute, praticamente sparite con l’introduzione dei filtri antiparticolato. Secondo le stime i veicoli a gasolio rappresenteranno solo il 9% della quota di mercato nel 2030, rispetto all’attuale 50%. Destino opposto per le auto elettriche, spinte dall’accordo di Parigi che prevede 600 milioni di mezzi circolanti a zero emissioni rispetto agli attuali 2 milioni.

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