La Ducati sta lavorando su un componente che cambierà il modo di intendere e guidare le moto. Scopriamo i dettagli dell’innovazione.
Innovazione e tradizione unite dalla passione per le rosse. Non ci riferiamo a Ferrari ma ad un brand iconico a due ruote, parliamo di Ducati. La Casa di Borgo Panigale, negli ultimi anni ci sta abituando a delle rivoluzioni non solo stilistiche, ma soprattutto tecniche. Ciò che Honda e le giapponesi in generale fanno bene, gli italiani lo fanno anche meglio.

La Ducati sta lavorando ad un sistema di frizione a comando automatico tramite un attuatore elettromeccanico. Due le varianti brevettate. Una rivoluzione, come dicevamo già vista in casa Honda ma non solo, altre Case come MV Agusta con la frizione SCS utilizzata sulle Turismo Veloce e Dragster RR e Kawasaki, con il cambio senza frizione montato sulle Ibride Z7 e Ninja 7 Hybrid sono solo alcuni esempi di come la guida cambia, si adatta a nuove richieste, esigenze e abitudini dei motociclisti 2.0.
I puristi, davanti a tanta innovazione fanno un passo indietro, non diversamente, forse, da coloro i quali si affacciarono con curiosità all’alternativa del cambio automatico montato sulle prime automobili. L’invenzione del cambio automatico per auto è spesso attribuita all’ingegnere italiano Elio Trenta, che nel 1931 brevettò un “cambio automatico progressivo di velocità“. Tuttavia, l’uso di questo sistema fu diffuso soprattutto negli Stati Uniti, con la Oldsmobile che fu la prima a installarlo di serie nel 1940. Comodità di guida ma anche tanta tecnologia, scopriamola insieme con la domanda di brevetto presentata da Ducati.
L’ultima novità di Ducati
Si legge di una automatizzazione del funzionamento della frizione, lasciando l’opportunità al conducente di cambiare marcia con la leva del cambia a pedale. La Ducati ha tratto ispirazione dalle soluzioni presentate dalle tante competitor giapponesi. Ha brevettato due soluzioni. La prima si discosta dalla casa nipponica Honda per il comando idraulico: la frizione aziona un cilindro idraulico convenzionale, ma c’è un secondo pistone, collegato all’attuatore, che può agire sulla stessa linea idraulica per disinnestare la frizione in maniera automatica.

Nella seconda versione, invece, non c’è collegamento meccanico tra la leva e la frizione: la leva è collegata elettronicamente alla centralina, che attiva l’attuatore per muovere il fluido e disinnestare la frizione. Alcuni dettagli non sono stati ancora svelati, la logica e l’esperienza lasciano immaginare che i modelli sportivi saranno quelli interessati dal cambio automatico.