La Ferrari della svolta che ha fatto nascere le supercar moderne: disegnata da Giugiaro, era anni avanti alla concorrenza

La gamma attuale di Ferrari non convince gli appassionati. Vi sono prototipi del passato che non sono diventate auto di serie, ma hanno conservato grande fascino.

Oggi assistiamo quasi indifferenti alla presentazioni dei nuovi bolidi della Casa modenese. Il motivo? Non hanno più quel carattere inimitabile che avevano gli storici modelli. Attenzione, non stiamo parlando di progresso tecnologico che rimane di altissimo spessore, ma di design. Oggi le sportive, proprio come utilitarie e i SUV, si somigliano tutte. Un controsenso perché la Ferrari aveva un’anima ben precisa che ha perso.

La Ferrari della svolta che ha fatto nascere le supercar moderne: disegnata da Giugiaro, era anni avanti alla concorrenza
Ferrari – Allaguida.it

Un’auto del Cavallino spiccava per eleganza, una classe che oggi manca nel listino attuale. La vettura più sinuosa e raffinata è l’Amalfi, erede della Roma. Per il resto se non fosse per il rombo dei magici motori di Maranello e i loghi, le altre proposte potrebbero provenire anche dall’Oriente. Facciamo un passo indietro ad un’epoca in cui il lusso era meno centrale negli interessi della Ferrari e si concepivano prototipi accattivanti nel pieno rispetto della tradizione.

La concept car Ferrari by Giugiaro

Al Salone dell’Auto di Tokyo nel 2005 venne svelata la Ferrari GG50, uno dei prodotti più visionari della Casa modenese. Il leggendario designer italiano seppe interpretare con elementi innovativi il DNA del Cavallino, senza rinunciare a un look aggressivo. Con i suoi 4.810 mm di lunghezza e 1.950 mm di larghezza, la GG50 si distingueva per uno stile originale pur conservando il mitico V12 sotto il cofano.

Nacque come omaggio tributo al lavoro del noto designer: “GG” sono le iniziali di Giorgetto Giugiaro e “50” ricordava il mezzo secolo di lavoro svolto nella filiera. La coupé 2+2 aveva interni simili alla Ferrari 612 Scaglietti, ed era rassomigliante anche in alcune parti esterne. Diversi componenti erano derivati dall’impegno della Scuderia in F1. Sul cruscotto spiccava il navigatore satellitare modello AVIC–X1R della Pioneer.

La configurazione fastback, caratterizzata da un ampio portellone posteriore, 20 anni fa era inusuale. Il cuore pulsante era un V12 aspirato da 5.748 cc, lo stesso montato sulla 612 Scaglietti, in grado di sprigionare 540 cavalli sino a una velocità massima di 315 km/h. Il rapporto di compressione era di 11,2:1. Aveva un cambio sequenziale automatico a sei rapporti innovativo. La velocità massima era di 315 km/h. Un’auto così oggi farebbe venire i brividi ai puristi, altro che Testarossa 849.

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