I sogni possono portare a solide realtà nel mondo dell’automotive, ma anche a meteore destinate a rimanere solo nella mente dei collezionisti.
C’è stata un’epoca in cui i costruttori non avevano limiti e potevano osare sfidare persino colossi come Ferrari. Le auto sportive non solo erano ammirate ma si vendevano. Oggi i clienti interessati ai SUV stanno orientando persino i costruttori top verso auto a ruote alte, come la Purosangue. Facendo un passo indietro agli anni ’70 troviamo nei libri di storia un animale da competizione che non aveva nulla da invidiare esteticamente ai competitor più accreditati.

Parliamo della De Tomaso Pantera, una GT prodotta dalla casa automobilistica italiana De Tomaso tra il 1971 e il 1993, per mezzo di una collaborazione industriale con la Ford. Quest’ultima voleva creare un’auto a motore centrale super prestazionale per fare il botto in Europa, dopo i trionfi in pista della GT40. Per sfidare la Corvette e i marchi storici, il progetto venne attribuito all’azienda emiliana De Tomaso, che realizzò il prototipo rielaborando lo schema tecnico della Mangusta.
La nascita della Pantera De Tomaso
Creata negli stabilimenti della carrozzeria Vignale, la Pantera era una coupé biposto con motore centrale dall’impostazione molto sportiva. La commercializzazione cominciò nella primavera del 1971. Lo staff tecnico della Casa di Modena, guidato da Gianpaolo Dallara, preferì una carrozzeria monoscocca, in quanto la Ford voleva vendere la vettura ad un prezzo concorrenziale. Sotto il cofano rombava il V8 Ford Cleveland 351 di 5763 cm³, alimentato da un carburatore quadricorpo Holley per una potenza di 330 CV. Date una occhiata al video del canale YouTube Custodian.
La vettura dell’imprenditore argentino aveva trazione posteriore, sospensioni a triangoli sovrapposti, freni a disco autoventilati, cambio manuale a 5 rapporti sincronizzati ZF e differenziale autobloccante, parafanghi allargati, cerchi maggiorati e un look più americano che italiano. Il motore V8 Cleveland non poteva raggiungere il livello tecnologico dei V12 Ferrari e Lamborghini o dei V8 Maserati. L’auto non fu apprezzata dai puristi e non registrò numeri di vendita importanti in Europa. La Ford lasciò alla De Tomaso la possibilità di continuare la produzione in modo autonomo e migrò verso altri lidi, imparando una dura lezione che americani e italiani hanno gusti molto diversi.