Mercedes Classe A 2019: come funziona il comando “Hey Mercedes”

Da ormai un anno è stata lanciata la nuova piattaforma Mercedes MBUX, un vero e proprio assistente virtuale che trova posto nel software infotainment delle Mercedes di ultima generazione, a partire dalla Classe A presentata a febbraio dello scorso anno. Noi di AllaGuida.it abbiamo messo alla prova questa piattaforma e le sue abilità.

Siamo in un mondo tecnologico che punta ormai tanto sugli assistenti virtuali, dei software che grazie al semplice comando vocale sono capaci di compiere una serie di azioni e fornirci una serie di informazioni in modo anche naturale. Che i comandi vocali siano utilizzabili nelle automobili moderne non è di certo una novità, ma che le auto abbiano un vero e proprio assistente sì, e Mercedes è stata la prima a proporre questa novità grazia ella piattaforma MBUX, sviluppata direttamente in house.

La prima apparizione del sistema MBUX è stata sulla nuova Mercedes Classe A, auto preferita da un pubblico giovanile e più affine a questo genere di implementazioni tecnologiche, ma da allora ogni nuova Mercedes che è stata presentata l’ha portata a corredo. E’ il caso della Mercedes GLE o della nuova Mercedes Classe B, tanto per citarne due. Tutto segue anche l’ottica di cominciare ad implementare queste tecnologie prima sulle auto di fascia basse, per poi proporle verticalmente fino alle declinazioni più lussuose del listino.

Tutto nasce dall’infotainment, un display touchscreen che raggiunge la dimensione di 10.25 pollici e si affianca alla strumentazione che a sua volta vive in modo completamente digitale anche sulle entry level della gamma Classe A. Un apparato multimediale apparentemente uguale a tutti gli altri, ma che al semplice comando di attivazione “Hey Mercedes” apre un mondo di possibilità.
L’assistente si sveglia dal suo sonno senziente e si attiva – grazie anche alla connessione ad internet – per risolvere ogni nostra richiesta, negli ovvi limiti del possibile. Non più comandi vocali ma un vero e proprio assistente perché, questa è una delle grandi novità portate alla ribalta, il dialogo con l’intelligenza artificiale assume dei toni più naturali, più…umani. Non c’è bisogno di ripetere le formule schematiche alle quali siamo abituati, ma basta esprimere una necessità per fargli compiere un’azione, dato che il sistema è interfacciato con ogni apparato dell’auto. L’esempio più classico potrebbe essere un semplice “ho caldo/freddo” per vedere abbassare/aumentare in automatico la temperatura del climatizzatore, ma con una istruzione come “portami a…” è facilmente attivabile anche il sistema di navigazione.

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In un mondo che però vede la personalizzazione di tutto al centro della scena, Mercedes ha anche pensato di far imparare le nostre abitudini all’assistente virtuale, che quindi tiene traccia delle mete che raggiungiamo spesso o della musica preferita, tanto per prendersi qualche autonomia. Un percorso abituale potrebbe essere proposto in automatico senza bisogno di inserirlo nuovamente, oppure il profilo di guida, l’illuminazione di bordo, la musica, tutto può essere “schedato” nel database dell’auto per permetterle di conoscerci al meglio, come un divo che gode dell’attenzione dei propri fan. Certo, qualcuno potrà urlare allo scandalo oppure all’invasione più completa della privacy, ma a dirla tutta questa cosa l’ufficio stampa Mercedes ce l’ha ben spiegata: i dati che raccoglie l’assistente di bordo restano a bordo, appunto. Non vengono trasferiti nel cloud – presenza fondamentale per fare in modo che tutto funzioni al meglio – altro che dati statistici e nulla di più. Niente di personale, nessun contatto della rubrica oppure destinazione.

Salvati dal mondo della fuga di dati personali dati in pasto chissà a cosa è tempo di parlare di un cambiamento radicale che sta avvenendo nel mondo di Mercedes, che con questa piattaforma MBUX ha avviato anche una sorta di app store. Un market all’interno del quale è possibile trovare tutte le opzioni aggiuntive da allegare al sistema della nostra auto, proprio come quando scarichiamo un’applicazione sul nostro smartphone o tablet. Se per esempio in fase di acquisto non si è optato per il navigatore è possibile scaricarlo in secondo momento, pagandolo con carta di credito attraverso una piattaforma proprietaria di Mercedes stessa ed allo stesso prezzo al quale è offerto in fase di acquisto dell’auto. Ma si possono anche attivare servizi in abbonamento e sarà cura del sistema avvisarci in automatico non appena questo sta per scadere, magari con delle offerte mirate per i nostri interessi. Tutto passa attraverso il cloud, che permette così di aprire una finestra su un panorama quasi infinito di possibilità, che rendono l’auto uno strumento aperto, flessibile ma soprattutto modificabile, perché si può scegliere il pacchetto di servizi che più ci aggrada. A proposito di apertura e flessibilità, è proprio il caso di dirlo, la piattaforma MBUX permette un controllo completo dell’auto da telefono. Tramite l’apposita applicazione è possibile sapere tutto della propria auto a distanza: lo stato della batteria, la pressione gomme, lo stato di usura così da programmare anche eventuali interventi di manutenzione in via preventiva. Ma c’è anche la possibilità di utilizzare il proprio telefono come chiave. Sì, perché il sistema già prevede la possibilità di attivare il car sharing privato, che significa condivisione dell’auto tra componenti della famiglia o colleghi. Il proprietario deve autorizzare gli utenti attraverso il proprio smartphone, i quali a loro volta potranno aprire o chiudere l’auto direttamente grazie al telefono. Non serviranno le chiavi, che resteranno quindi all’interno dell’auto e verranno attivate, per autorizzare l’accensione del motore, solo quando un telefono abilitato accede alla vettura. Passo in avanti indiscutibile, soprattutto per i papà che cedono l’auto ai figli, non trovate?

Ovviamente questo sistema ha dei grossi margini di miglioramento grazie al processo tecnologico, quindi è scontato dire che migliorerà sempre più con il tempo. Ma questo non creerà dei colli di bottiglia ai clienti che hanno versioni più obsolete, perché per loro saranno sempre previsti aggiornamenti sulla base delle capacità dell’auto che posseggono. In pratica Mercedes è stata capace di eliminare quello che, facendo un confronto con il mondo della tecnologia (tanto ormai le auto stanno diventando una naturale estensione del nostro smartphone piuttosto che dei “semplici” mezzi di trasporto), è la frammentazione che affligge alcuni sistemi operativi, che vedono le versioni più datate un po’ bistrattate o, peggio ancora, volutamente rallentate. Chapeau Mercedes.

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