Perché Elon Musk ha sospeso i pagamenti in bitcoin delle Tesla

Tesla non accetterà più pagamenti in Bitcoin per le proprio automobili. Lo annuncia Elon Musk con un tweet che non lascia dubbi sulle reali motivazioni dietro la scelta del CEO. Elon Musk e Tesla temono infatti il rapido aumento dell’utilizzo di combustibili fossili per il “mining” e le transizioni di Bitcoin. Dopo l’annuncio, Bitcoin ha perso il 17% nel mercato azionario, raggiungendo alle due di questa notte il suo valore più basso da inizio marzo, per poi risalire leggermente.

Perché Elon Musk ha sospeso i pagamenti in bitcoin

A detta del visionario Elon Musk, le criptovalute sono una buona idea su molti livelli, ma non possono avere un grande costo per l’ambiente. Il CEO di Tesla non ha escluso per sempre le transazioni in bitcoin per le automobili Tesla, che potrebbero essere reintrodotte, quando il “mining” passerà a un’energia più sostenibile.

Siamo preoccupati per il rapido aumento dei consumi di combustibili fossili nelle attività di mining e nelle transazioni bitcoin“, spiega Musk nel tweet. “Tesla non venderà i suoi Bitcoin ma punterà su altre cripto che usano meno dell’1% dell’energia che usa bitcoin per le sue operazioni“, dichiara l’imprenditore miliardario, facendo precipitare il valore della nota criptovaluta.

Che cos’è il “mining” e perché è molto inquinante

Ma che cos’è esattamente il “mining”? Nient’altro che il processo di produzione dei bitcoin, il quale avviene grazie al mantenimento del sistema informatico che li fa funzionare. Si tratta di un sistema basato su migliaia di computer che lavorano ad alta intensità per risolvere problemi crittografici complessi e che consumano molta elettricità, per lo più generata da combustibili fossili, soprattutto carbone. Attualmente il “mining” di bitcoin consuma annualmente la stessa energia che hanno consumato i Paesi Bassi nel 2019.

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