Questo marchio ha un enorme problema: le auto non sono a norma dagli anni ottanta, che disastro!

Brutta situazione per una celebre casa che ha operato anche in Italia: le automobili sono state giudicate non a norma e non verranno più vendute. 

Alcuni marchi quest’anno hanno affrontato situazioni decisamente complicate: abbiamo infatti avuto la crisi per le consegne di brand come Volkswagen e Cupra, obbligate a fermare temporaneamente la produzione di veicoli a causa di una scarsa richiesta di certi modelli, maxi richiami come quello di Tesla – che si è poi rivelato un semplice aggiornamento – e naturalmente, lo sciopero del sindacato UAW negli Stati Uniti che ha messo in ginocchio i tre leader del settore.

Stop per le consegne
La casa è stata bloccata e non può più operare… (Canva) – Allaguida.it

Nessuna casa però ha affrontato l’incubo che ha colpito in questi giorni un marchio giapponese. Si tratta di una casa che a partire dal 2020 non opera più in Italia come nel resto del territorio europeo ma che nel nostro paese riardiamo bene per alcuni esemplari anche popolari in un certo periodo, per i loro bassi prezzi e l’estetica particolare.

Si tratta di Daihatsu, casa giapponese che dagli anni duemila è stata acquisita al cento per cento dalla più grande e famosa Toyota come marchio secondario: il brand vende soprattutto in Asia dove consegna decine di migliaia di veicoli l’anno ma da ora fino a quanto questa situazione sgradevole non sarà risolta, dovrà fermarsi…

Produzione e consegne bloccate 

La casa giapponese è stata bersagliata da gravissime accuse in questi giorni e la stampa giapponese, così come le autorità locali che hanno iniziato ad indagare su ben 174 casi diversi ma accomunati dal tipo di difetto riscontrato, accusa duramente il brand di aver addirittura truccato i test di sicurezza fin dagli anni ottanta.

Questo marchio ha un enorme problema: le auto non sono a norma dagli anni ottanta, che disastro!
Daihatsu (ANSA) – Allaguida.it

La casa produttrice è stata accusata di aver modificato deliberatamente i risultati dei crash test di molte vetture, specie quelli per le auto vendute in Thailandia con almeno 88mila esemplari che rischiano di finire al centro di un’indagine molto seria. La casa produttrice avrebbe insomma “tagliato” sui costi dei controlli e della dotazione di sicurezza, il tutto – presumibilmente – per risparmiare tempo e fondi e mettere più auto sul mercato.

Al momento tutte queste accuse sono in fase di valutazione ma nel frattempo, il direttore principale del brand Soichiro Okudaira ha chiesto ufficialmente scusa ai clienti con queste parole: “Abbiamo tradito la fiducia dei nostri clienti, mi assumo la responsabilità dell’accaduto”, afferma il dirigente senza cercare scuse. Che sia l’inizio della fine per il brand?

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