Quali sono i nomi per le auto più brutti nella storia? Trattandosi di valutazione soggettiva, si possono compilare classifiche infinite. Ne abbiamo scelti 10 tra quelli che rappresentano il peggio escogitato dal marketing delle case automobilistiche nel corso dei decenni. In questo caso le caratteristiche della vettura non centrano nulla. Diversi modelli eccellenti hanno sofferto da un punto di vista commerciale a causa di nomi infelici; nella maggior parte dei casi il motivo è che in alcuni mercati il nome causava nella lingua locale doppi sensi che non sono stati colti dagli apparati marketing centrali, la cui lingua invece non suggeriva tali defaillance. Ecco dunque la classifica, in ordine inverso d’infelicità (il nome peggiore è al numero 1).
10 – VOLKSWAGEN THING
E’ il nome utilizzato negli Stati Uniti per il veicolo militare anfibio Type 181. Presentato al pubblico nel 1968, questo mezzo era stato concepito originariamente per l’esercito della Germania Occidentale, come alternativa all’onnipresente Jeep. Effettivamente il nome descrive bene il modello, dalle fattezze indefinite. In Italia venne commercializzato col nome di Pescaccia, il che non ha migliorato la situazione.
9 – VAUXHALL FIRENZA
Prodotta dal 1970 al 1975 dalla controllata britannica del gruppo General Motors, il suo slogan era “Tough little fun car”, piccola e robusta auto divertente. Di divertente ci sono solo le risate sul nome, che sembra partorito da qualcuno che ha scarse conoscenze della geografia italiana, ammesso che il nome della nostra città fosse l’obiettivo. Altrimenti è anche peggio.
8 – VOLKSWAGEN JETTA
Berlina media a tre volumi su base Golf prodotta a partire dal 1979. Questo nome è stato utilizzato nei mercati di Europa e Nord America. Il modello ha ottenuto un notevole successo commerciale quasi in tutto il mondo, ma non in Italia, e proprio a causa del nome. Ovvio, non evoca sensazioni felici guidare qualcosa che richiama la jella, la jettatura.
7 – OPEL ASCONA
Berlina per la famiglia, prodotta dal 1970 al 1988, antenata della Vectra. In tre generazioni di prodotto, passò dalla trazione posteriore a quella anteriore. Vanta anche importanti successi sportivi, come il titolo mondiale rally piloti del 1982 con Walter Röhrl. Il nome richiama la località lacustre svizzera nel Ticino. Purtroppo nei mercati di lingua spagnola questo nome ha suscitato parecchie ilarità, poiché questa parola indica i genitali femminili.
6 – AMC GREMLIN
L’AMC fu una casa americana nata nel 1954 dalla fusione tra Nash-Kelvinator e Hudson. Era specializzata in modelli compatti. Negli anni ’70 la Renault ne divenne il maggiore azionista. Venne poi ceduta nel 1987 alla Chrysler, dove venne assorbita dal marchio Jeep. Il modello in questione fu prodotto dal 1970 al 1978 e venduto in Usa e Messico. Oltre ad essere molto brutto, non fa certo piacere guidare un’auto il cui nome rievoca spiriti maligni che si divertono a sabotare mezzi meccanici.
5 – FORD PINTO
Berlina compatta (per gli americani) prodotta dal 1971 al 1980 per il mercato domestico. Ebbe anche un buon successo commerciale. Il nome deriva da un tipo di colore comune nei cavalli. Fortunatamente la Ford non provò a venderla con quel nome in Brasile e Portogallo. Infatti in lingua portoghese Pinto indica l’organo genitale maschile.
4 – MITSUBISHI PAJERO
Questo è uno dei modelli di maggiore successo commerciale nella storia del costruttore giapponese. Tuttora in produzione, venne lanciato nel 1982, ma il suo concept risale addirittura al 1973 (quando venne presentato al salone di Tokyo). Per sua fortuna, la Mitsubishi è riuscita ad evitare un potenziale clamoroso flop nei mercati di lingua spagnola, dove è stato commercializzato col nome di Montero. Evidentemente la filiale spagnola di Mitsubishi deve avere avvisato la casa madre che Pajero in quella lingua indica qualcuno che si masturba.
3 – STUDEBAKER DICTATOR
Troppo pessimo whisky di contrabbando. E’ la sola spiegazione per la scelta di questo nome fatta dai dirigenti della casa americana defunta negli anni ’60. Infatti nel 1927, in piena epoca del proibizionismo, venne presentata questa berlina 4 porte il cui nome doveva seguire lo stile dei modelli Commander e President. A quell’epoca Adolf Hitler era uno sconosciuto, Mussolini all’estero veniva percepito essenzialmente come un governante forte, e delle nefandezze di Stalin non trapelava nulla. Tuttavia la parola esprimeva un concetto molto chiaro anche così. Ma gli americani sembravano non farci caso. Gli europei invece erano già più sensibili, infatti in quei mercati la Dictator venne chiamata Director. Solo nel 1937, quando Hitler era al massimo della potenza, anche negli Usa si accorsero che un dittatore non è una bella cosa. E fu anche la fine di quell’auto.
2 – CHEVROLET NOVA
Prodotta dal 1962 al 1988. L’attributo Nova indicava la versione di punta della gamma Chevy II, berlina compatta (sempre per i gusti americani); dal 1979 il nome divenne solo Nova. Che intendessero l’esplosione stellare o semplicemente il carattere di novità, nei mercati di lingua spagnola il nome provocò sonore risate, poiché veniva letto “No va”, non va.
1 – MAZDA LAPUTA
Non è detto che una citazione letteraria sia sempre indice di buona idea. E’ il problema di quando si porta qualcosa fuori dal suo contesto originale. Per questo brutto modello che somiglia ad un piccolo Suv e dal motore minimale da 659 cc, prodotto dal 1999 al 2006, il marketing giapponese aveva preso il nome dall’isola misteriosa dei “Viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift. Poteva mai avere successo nei vasti mercati latino-americani, dove quel nome viene letto come “la prostituta“?
Parole di Roberto Speranza