Il 2020 è stato segnato da Covid-19, ma anche dalla crisi economica. Per il mercato dell’auto, i 12 mesi appena passati hanno segnato un annus horribilis con un crollo delle vendite che ha toccato i livelli più bassi dagli anni Settanta del secolo scorso.
Le limitazioni agli spostamenti che hanno fatto seguito ai blocchi totali alla circolazione durante il periodo di lock down hanno causato un ristagno del mercato auto, che ha tentato di recuperare il terreno perso attraverso campagne di incentivi che però non sono bastati a risanare in chiusura del 2020 le perdite subite.
L’industria dell’auto ha però potuto trovare un piccolo aiuto nella transizione della mobilità a motori green e ibridi. Alcuni produttori sono comunque riusciti ad avere delle conferme, tra queste Fiat che nel 2020 è riuscita a coprire il 15,29% del mercato. Un successo ottenuto soprattutto grazie alle vendite di Panda, che in 12 mesi ha raggiunto le 110mila unità, anche grazie all’introduzione in gamma di una versione ibrida.
Sul secondo gradino del podio, subito sotto Fiat, si attesta Volkswagen, a quota 9,28%, poi Ford (6,48%), Renault (6,22%) e Peugeot (5,91%). Dall’Asia arriva il sesto classificato, con Toyota al 5,16%, seguita da Citroen (4,66%) .
Il mercato auto premium è invece dominato da Audi con una quota del 3,61% nei dodici mesi, seguito da Bmw (3,33%) e Mercedes (3,32).
Come già detto, Panda ha conquistato la classifica delle vendite, seguita da Lancia Ypsilon e Fiat 500X, poi Renault Clio, Fiat 500 e Jeep Renegade. In coda alla classifica, Toyota Yaris (che però si aggiudica il secondo posto nella classifica di dicembre), Renault Captur, Citroen C3 e Dacia Sandero.
In controtendenza rispetto agli anni precedenti, le berline tornano a primeggiare sulla sezione suv-crossover/fuoristrada (rispettivamente 49,4% e 43,2% del mercato).
Per le motorizzazioni, il 33% del mercato è dedicato alla benzina, mentre il diesel si ferma al 25%. Le alimentazioni alternative raggiungono quota 21,4%, con quasi 26 mila unità vendute. Le elettriche invece sorprendono: a dicembre raggiungono il 6% rispetto allo 0,6% dello stesso mese del 2019.