Che Euro è la mia auto, come capire la classe ambientale

Che Euro è la mia auto? Come faccio a capire la classe ambientale del mio veicolo? Queste sono alcune delle domande che un automobilista, soprattutto in occasioni dei blocchi del traffico o delle domeniche ecologiche, si pone. La distinzione in classi “Euro” è nata per riuscire a definire in modo abbastanza chiaro e univoco il livello di inquinamento prodotto da un’auto e, allo stesso tempo.

Dal 1991, infatti, la Comunità Europea, per regolamentare le emissioni di inquinanti dei veicoli a motore a combustione interna, ha emanato diverse direttive in base alle quali vengono individuate le categorie Euro. La prima, la Euro 1, è stata introdotta nel 1993 obbligando così le case costruttrici ad adottare la marmitta catalitica e l’alimentazione ad iniezione.

In questo senso la classe ambientale auto riveste un ruolo particolarmente importante: le auto più vecchie, infatti, sono anche quelle più soggette alle limitazioni. Ecco, quindi, come capire la classe ambientale del proprio veicolo.

Classe ambientale auto: la classificazione Euro

Una volta appurato cosa è la classe ambientale e a cosa serve, è utile capire quali sono le diverse classificazioni all’interno della normativa Euro.

Si parte, ovviamente, dalla Euro 0, il livello più basso che identifica le auto costruite prima dell’introduzione della normativa Euro, fino ad arrivare alle Euro 6, che rappresenta le auto più nuove a prescindere dall’alimentazione benzina, diesel, GPL o metano.

Euro 0

Le vetture Euro 0 sono quelle costruite entro il 31/12/1992, non dotate di marmitta catalitica e spesso anche dotate di alimentazione a carburatore, nonchè i veicoli a gasolio non classificati come ecodiesel. In molte grandi città questa categoria di veicoli non può circolare in modo permanente, al di là degli eventuali blocchi del traffico.

Si tratta certamente delle auto più vecchie ed inquinanti, ma tuttavia possono avere interesse storico e meritano di essere salvaguardate tanto è vero che per le auto storiche ci sono delle eccezione sui divieti permanenti di circolazione.

Euro 1

Appartengono alle classe Euro 1 tutte le automobili costruite dopo il 1° gennaio 1993. La normativa di riferimento è la 91/441/CEE, 91/542/CEE-A, 93/59/CEE; per rispettarle le case automobilistiche sono state obbligate a rendere decisamente più ecologiche le proprie vetture, includendo sempre l’alimentazione ad iniezione e la marmitta catalitica.

Questa classe, infatti, prevede limiti di 2,72 g/km per il monossido di carbonio e 0,14 g/km per il particolato, obbligando all’uso delle marmitte catalitiche per i veicoli a benzina e all’alimentazione a iniezione per le macchine diesel.

Euro 2

Alla classe Euro 2, invece, appartengono le vetture immatricolate dopo il 1° gennaio 1997, con normativa 91/542/CE-B, 94/12/CEE, 96/1/CEE, 96/44/CEE, 96/69/CEE, 98/77/CE e limiti ridotti per le emissioni di monossido di carbonio delle auto a benzina a 2 g/km e il particolato a 0,5 g/km.

Questa classe rappresenta il passo successivo in quanto richiedeva una riduzione degli agenti inquinanti emessi dallo scarico, come ad esempio monossido di carbonio o idrocarburi incombusti.

Euro 3

Un nuovo standard arrivò nel 2001 con la classe Euro 3, valida per le auto immatricolate dal 1° gennaio 2001, che rispettano le seguenti normativa: 98/69/CE, 98/77/CE-A, 1999/96/CE, 1999/102/CE-A, 2001/1/CE-A, 2001/27/CE, 2001/100/CE-A, 2002/80/CE-A, 2003/76/CE-A.

In questo caso le vetture sono tenute a garantire uno standard di emissioni massime ancora più basso, con 2,3 g/km di monossido di carbonio, 0,2 g/km di particolato e 0,15 g/km di ossidi d’azoto per le auto a benzina, mentre quelle diesel hanno dei limiti leggermente più elevati.

La grande novità, in questo caso, fu l’installazione sulle proprie vetture di un sistema chiamato Eobd (European On Board Diagnostics), che monitora lo stato dei sistemi di bordo che, se rotti, possono portare a un aumento delle emissioni.

Euro 4

Dal 1° gennaio 2006 è entrata in vigore la normativa Euro 4. I riferimenti sono: 98/69/CE-B, 87/77/CE-B, 1999/96/CE-B, 1999/102/CE-B, 2001/1/CE-B, 2001/27/CE-B, 2001/100/CE-B, 2002/80/CE-B, 2003/76/CE-B. Per le vetture a benzina i limiti per il monossido di carbonio sono scesi a 1 g/km, mentre per le auto diesel la soglia per il particolato è di appena 0,025 g/km

Euro 5

Nel 2008 sono state definite le varie emissioni inquinanti previste per l’Euro 5, con restrizioni più severe sia sui motori a benzina che su quelli diesel. Sulle vetture a gasolio, infatti, si è reso necessario sempre il filtro antiparticolato DPF o FAP. Le prime omologazioni sono scattate già ad ottobre 2008 con diverse tempistiche.

Da settembre 2009, poi, tutti i modelli immessi sul mercato sono stati costretti a rispettare la norma mentre da gennaio 2011 si sono potute immatricolare solo automobili Euro 5.

Euro 6

La normativa attualmente in vigore è la Euro 6, valida a partire dal 1° settembre 2015 per tutte le vetture nuove immatricolate dopo quella data. Tra le novità più sostanziali ci sono i limiti sulle emissioni di CO2 che equivalgono a 0,5 g/km per i diesel e 1 g/km per i benzina, mentre quelle di NOx 0,080 g/km per i diesel e 0,060 per i benzina e infine quelle di particolato (PM) a 0,005 g/km per entrambe.

Limiti molto severi da rispettare per i motori diesel, tanto che molte aziende hanno scelto di optare per la soluzione dell’iniezione di urea nel sistema di post-processo dei gas di scarico (catalizzatore SCR). In questa normativa, poi, ci sono altre sotto-categorie che rendono il tutto più complesso.

Dato che rispettare le nuove normative si fa sempre più difficile per le case, l’adozione dell’Euro 6 è avvenuta in diverse fasi:

1) EU6a
2) EU6b
3) EU6c
4) EU6d-temp
5) EU6d

La classe ambientale auto Euro 6c è entrata in vigore dal 1° settembre 2017 sulle auto di nuova omologazione, da settembre 2018 per tutte le auto nuove immatricolate da quel momento in poi. Mentre l’Euro 6d prevede due fasi: la prima, temporanea (denominata per l’appunto temp), e la seconda, definitiva per tutte le immatricolazioni di nuove auto EU6d dal 01/01/2021 (dal 1° gennaio 2020 per le nuove omologazioni).

Questa distinzione tra Euro 6d temp e Euro 6 si è resa necessaria per il graduale adeguamento al nuovo standard per la rilevazione dei diversi inquinamento: il nuovo WLTP (Worldwide Harmonized Light Duty Test Procedure) rimpiazza il NEDC (New European Driving Cycle), decisamente più blando nelle procedure.

Identificazione classe ambientale auto: come fare?

Una volta stabilite le classi ambientali, bisogna cercare a quale appartiene l’auto di proprietà. Ci sono diversi modi per capire che classe di emissione; il più semplice è fare riferimento all’anno di immatricolazione, sulla base delle diverse date in cui sono state emanate le classe ambientali dei veicoli.

Questo, però, non è certamente l’unico ne tantomeno il più preciso. Se l’auto è di proprietà, infatti, basta consultare il libretto di circolazione che, nelle auto costruite dal 1999 in poi, prevede una apposita riga, V9, che serve proprio a chiarire questo quesito.

L’ultima alternativa, decisamente pratica ed intuitiva, è quella di sfruttare il servizio offerto dal Portale dell’Automobilista. Per farlo è sufficiente collegarsi al sito, andare su “servizi online” e scegliere “verifica classe ambientale veicolo” dal menù a tendina.

A questo basterà solo immettere la tipologia di veicolo che vogliamo verificare (autoveicolo, motoveicolo o ciclomotore), il numero di targa e riportare il codice Captcha riportato nell’immagine. Una volta premuto su “ricerca” ecco che arriverà la risposta

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