Audi

Audi è stata fondata il 16 luglio 1909, ma non con questo nome. Infatti i registri della camera di commercio di Zwickau (grande città nel Land della Sassonia) in quella data riportano come nome August Horch Automobilwerke GmbH, dal principale socio fondatore, l’ingegnere tedesco August Horch. Ma il 25 aprile 1910 la registrazione fu aggiornata in Audi. Il nome è una declinazione del verbo latino audire, ascoltare: quindi la parola Audi significa ascolta. La scelta fu dettata da ragioni legali: Horch aveva fondato la società un anno prima col proprio cognome, tuttavia esso era un marchio registrato della Horch & Cie, un’altra compagnia automobilistica creata da lui stesso nel 1899 e poi lasciata per diverbi con gli altri soci. Questi fecero causa ad August Horch per l’uso del nome: il tribunale stabilì che l’ingegnere non poteva usarlo. Poiché la parola horch in tedesco è anche l’imperativo del verbo horchen, ascoltare, venne deciso di usare la sua versione latina, appunto Audi.

Il primo modello, costruito già nel 1910, fu chiamato Audi Typ 1. Fin dall’inizio le Audi si contraddistinsero per l’alta qualità costruttiva e l’elevata affidabilità. Anche l’attività nelle corse cominciò subito: la Typ C vinse delle importanti gare in Austria dal 1912 al 1914. L‘innovazione tecnologica è un altro caposaldo della filosofia Audi. Nel 1922 la Typ K introdusse i freni su tutte e quattro le ruote e la guida con volante a sinistra, che s’impose poi in tutto il mondo. Tuttavia la Typ K non ottenne successo commerciale.

La situazione finanziaria peggiorò ulteriormente col fiasco della grossa Typ R. Così, per evitare il fallimento, nel 1928 il pacchetto azionario di maggioranza fu acquistato dalla danese DKW. Tuttavia quest’ultima venne travolta dalla crisi mondiale successiva al crollo di Wall Street del 1929. Si arrivò quindi nel 1932 alla fusione con altre due aziende in gravi difficoltà, la stessa Horch e la Wanderer. Nacque il gruppo Auto Union e con esso il celebre logo dei quattro anelli interconnessi, i quali rappresentavano appunto i quattro marchi originali. La produzione Audi si ridusse ad un solo modello, la Typ UW Front, la prima auto europea, tra quelle con motore a sei cilindri, ad avere la trazione anteriore. Ma nemmeno questo modello ottenne successo e il marchio Audi diventò sempre più debole, fino a sparire del tutto nel 1939. Auto Union è ricordata oggi soprattutto per i successi nei gran premi degli anni Trenta, rivaleggiando con le Mercedes. Anche Tazio Nuvolari corse per le Auto Union progettate da Ferdinand Porsche, le prime a montare il motore posteriore.

Dopo la guerra il sito produttivo di Zwickau cadde nelle mani delle truppe sovietiche e smantellato. Il marchio Auto Union venne cancellato nel 1948 e la fabbrica venne ricostruita per produrre la famigerata Trabant. I vecchi dirigenti fuggirono nella Germania Ovest, in Baviera, ricostituirono la società Auto Union e aprirono la fabbrica di Ingolstadt, nel cui consiglio d’amministrazione figurava anche il vecchio August Horch. Si producevano soprattutto motociclette con marchio DKW e auto con motore a due tempi. L’azienda fu acquisita nel 1958 dalla Daimler-Benz che nel 1964 la rivendette alla Volkswagen. I nuovi proprietari tolsero il marchio Audi dall’oblio e nel 1965 uscì la nuova Audi 72. La vera rinascita arrivò però nel 1968 col lancio della Audi 100, un grande successo commerciale, seguito nel 1972 dalla Audi 80, che fece da apripista per i futuri modelli Volkswagen a trazione anteriore e raffreddamento ad acqua (ad esempio il Maggiolino).

Negli anni ’80 ci fu il grande salto tecnologico grazie alla spinta di Ferdinand Piech, salito a capo del gruppo VW. Sono gli anni della trazione integrale con Audi quattro e i successi nel mondiale rally. Audi si affermò definitivamente come marchio premium con le eleganti Audi 90, Audi 100 e Audi 200. Negli anni Novanta i modelli cambiarono nome e arrivarono Audi A4, A6 e A8. Il nuovo millennio è caratterizzato dalla grande espansione e dall’evoluzione dei motori diesel TDI, soprattutto grazie alle vittorie a ripetizione nella 24 ore di Le Mans. Dal 2006 sono arrivati anche i SUV, partendo da Audi Q7 e gli altri a seguire, fino alla grave crisi d’immagine esplosa nel 2015 con lo scandalo dieselgate per tutto il gruppo Volkswagen. Dopo il cataclisma nella dirigenza, la ripartenza è cominciata con il lancio nello sviluppo della propulsione elettrica e nel campo della guida altamente automatizzata legata alle ricerche sulla guida autonoma.

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