C’è stato un tempo in cui la grande auto parlava italiano. Un tempo in cui se cercavi una grossa berlina da famiglia non esitavi dua volte a comprare una Fiat. In questo articolo vogliamo rivivere insieme la storia della mitica Fiat 131, che usciva di scena esattamente 30 anni fa, quando nel 1985 fu sostituita, definitivamente, dalla Fiat Regata. Il contesto in cui nacque la 131 non è dei più fortunati, perchè all’inizio degli anni Settanta si era abbattuta, specialmente sull’Europa, la grande crisi petrolifera per la guerra del Kippur. In più l’inflazione era forte in quegli anni, causando un elevato rialzo dei prezzi dell’energia, fatto che si ripercosse in scioperi che rallentarono, e a tratti bloccarono, la produzione degli stabilimenti Fiat.
Per via degli scioperi, i tempi di consegna delle auto del Lingotto si erano allungati, rendendo quindi più appetibili le vetture di produzione straniera. In più la vecchia Fiat 124 iniziava ad accusare il peso degli anni ed urgeva una sostituta. Serviva una nuova berlina che fosse poco assetata di carburante, ma che fosse anche solida e robusta, contraddistinta da un’elevata qualità, finiture curate e, soprattutto, che fosse anche sicura. Le ultime caratteristiche, in particolare, non erano molto diffuse tra le auto della concorrenza. Nasceva, così, la Fiat 131, che faceva il suo debutto ufficiale al Salone dell’Automobile di Torino del 1974.
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Estetica ed interni
La Fiat 131 Mirafiori (dal nome dello stabilimento di produzione) era derivata dal pianale della 124, rispetto alla quale, però, vantava dimensioni più generose. Era lunga 4.264 mm, larga 1.651 mm, alta 1.381 mm e con un passo di 2.490 mm. Proprio l’interasse, cresciuto di 7 cm, permetteva di ottenere una migliore abitabilità interna. Esteticamente era ben proporzionata, con forme tipicamente squadrate ma piacevoli nel complesso. Il frontale contava su di un cofano abbastanza lungo, gruppi ottici rettangolari inglobati in una generosa mascherina orizzontale. Gli interni erano contraddistinti da un buon livello di finiture, con una plancia dall’aspetto moderno ed un ampio tunnel centrale, sul quale trovava spazio anche la leva del cambio.
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Prima serie
I motori della Fiat 131 prima serie erano derivati da quelli della 124. Al lancio la gamma era articolata attorno a due unità: un 1.297 cc da 65 CV (che nasceva dal 1.197 cm³ della 124) ed un più generoso 1.585 da 75 CV (che traeva origine dal 1.438 cm³ della 124 Special). Era proposta in tre alternative di carrozzeria: la station wagon battezzata Familiare, la berlina a quattro porte e la berlina a due porte. Quest’ultima doveva, idealmente, rimpiazzare la precedente 124 Coupé e nasceva principalmente con i mercati del Nord Europa nel mirino. Due gli allestimenti: Mirafiori (senza modanature laterali e con copricerchi cromati) e Mirafiori Special (con gruppi ottici doppi rotondi all’anteriore, interni più rifiniti e cerchi in acciaio dallo stile specifico).
Con uno schema meccanico con sospensioni anteriori a ruote indipendenti e posteriori ad assale rigido, era personalizzabile con molti optional, tra cui: cambio automatico di origine General Motors a tre marce, cambio meccanico a cinque marce, condizionatore per l’aria, interni rivestiti in velluto ed altro ancora. E sul fronte della sicurezza gli ingegneri di Torino avevano fatto talmente un buon lavoro che la 131 ottenne l’omologazione sul mercato USA, senza bisogno di alcuna modifica di sorta per affrontare i severi crash test d’oltreoceano. L’unica differenza stava nei paraurti ad assorbimento d’energia, richiesti specificamente negli Stati Uniti, realizzati e brevettati dalla Reynoolds Aluminium. Negli States la Fiat 131 venne venduta con il nome di Brava, proposta inizialmente con un motore 1.8 90 CV derivato da quello della 132, con un impianto di scarico della Barber & Colman con catalizzatore.
Seconda serie
Dopo quattro anni di commercializzazione, al Salone di Ginevra del 1978, la Fiat presenta la nuova 131 seconda serie. Esteticamente si distingueva per l’adozione di fari rettangolari all’anteriore su tutte le versioni, per un nuovo cofano motore, una nuova mascherina, maniglie delle porte ridisegnate, fanali posteriori più grandi, paraurti rivisti ed interni più curati. Con l’occasione viene rinnovata l’offerta in termini di motorizzazioni: la gamma si apre con il 1.301 cc 4 cilindri aste e bilancieri da 65 CV, affiancato dall’1.6 già precedentemente disponibile. La vera novità stava nel ritorno delle unità bialbero, battezzate TC (che sta per Twin Cam), da 1.301 e 1.585 centimetri cubici di cilindrata, con rispettivamente 78 e 96 cavalli di potenza massima.
La gamma prevede nuovi allestimenti: Mirafiori L (la versione base piuttosto semplificata), Mirafiori CL (che si differenzia per maggiori contenuti ed interni in finta pelle) e Supermirafiori. Quest’ultimo era abbinato solo alle unità bialbero ed offriva già di serie: cambio a cinque rapporti, cerchi in lamiera stampata con disegno dedicato a forma di quadrifoglio, paraurti in plastica ed interni in velluto, panno o tessuto, con appoggiatesta posteriori. Sempre tre erano le varianti di carrozzeria, anche se la versione wagon veniva ribattezzata Panorama.
I diesel
Sempre nello stesso anno, al 57° Salone di Torino del 1978, la Fiat presenta due nuovi motori diesel da 1.995 e 2.445 cc, sono costruiti nei nuovi stabilimenti SOFIM di Grottaminarda-Avellino. Entrambi sono dei 4 cilindri in linea, singolo albero a camme in testa, rispettivamente da 60 e 72 CV. Le versioni diesel della Fiat 131 si riconoscevano per i doppi proiettori circolari all’anteriore e per il cofano motore bombato, rivisto nella forma per ospitare le nuove unità a gasolio.
Le versioni Racing
Nel settembre del 1978 la Fiat 131 si concede una versione più sportiva, la Racing, derivata dalla versione due porte. Il motore è il 1.995 cc della Fiat 132, con una potenza massima di 115 CV che le permette di toccare i 180 km/h. Esteticamente la si poteva riconoscere per i quattro proiettori circolari davanti, per i codolini sui passaruota, spoiler posteriore e cerchi in lamiera stampata bruniti da 14 pollici di diametro con pneumatici Pirelli P6 da 185 mm a profilo ribassato.
Ma non finisce qui, perchè nel 1981, proprio al termine della produzione della 131 seconda serie, viene realizzata una piccola produzione di Racing Volumetrico Abarth, derivata dalla Racing normale e con un generoso motore bialbero 1.995 cm³ sovralimentato con compressore volumetrico a lobi, che grazie ai 140 CV permetteva di raggiungere i 190 km/h. Esteticamente la si riconosceva per i nuovi cerchi in lega dallo stile specifico.
Terza serie
Con l’avvivo degli anni Ottanta, è tempo di rinnovarsi ancora. È così che nel 1981 la Fiat 131 viene proposta in una nuova veste aggiornata: la terza serie aveva nuovi paraurti, nuovi fanali posteriori ed interni ulteriormente aggiornati. Questa è anche l’occasione per dire definitivamente addio alla versione due porte ed all’allestimento Mirafiori L. Importanti novità per quanto riguarda le motorizzazioni, dato che i monoalbero hanno adesso, tutti, l’albero a camme in testa e non più laterale. L’1.3 cresce nella cubatura fino a 1.367 cc, sia per il monoalbero (70 CV), che per il bialbero (75 CV). Curiosamente, nel mercato italiano questa cilindrata permetteva di rientrare nella categoria dei 15 cavalli fiscali, con la stessa tassazione delle 1.3. Per questo motivo in Italia mantenne la denominazione 1300, mentre all’estero divenne 1400. Per quanto riguarda gli 1.6, il monoalbero da 85 cavalli era unicamente disponibile con cambio automatico a tre marce, mentre il bialbero raggiungeva quota 97 cavalli.
Nel maggio del 1981 venne introdotta la Fiat 131 Supermirafiori Volumetrico Abarth con carrozzeria berlina a quattro porte, del tutto simile alla due porte e disponibile solo in colore grigio topo metallizzato. Rimase sul mercato per meno di un anno, con appena 200 esemplari prodotti.
Nel 1983 la Fiat 131 berlina esce di scena e cede il passo alla nuova Fiat Regata. Resta ancora disponibile la versione station wagon, che viene rinominata Maratea, contraddistinta da un ricco allestimento (cerchi in lega, barre portatutto cromate e vernice metallizzata sono di serie) e proposta con due sole motorizzazioni: 2000/TC da 113 CV a benzina e 2500 Supermirafiori diesel da 72 CV. Esteticamente adottava il nuovo logo della Fiat a cinque barre inclinate ed i gruppi ottici circolari all’anteriore. Nel 1985 diciamo addio anche all’ultima 131, con l’arrivo della Regata Weekend.
Fiat Abarth 131 Rally
Nel 1976 la casa torinese presentava la Fiat 131 Abarth Rally, versione da competizione accompagnata anche da una versione stradale, prodotta in soli 500 esemplari, necessaria per l’omologazione nel Campionato Mondiale Rally. Era realizzata a partire dalla berlina a due porte, con struttura alleggerita e rinforzata, contraddistinta esteticamente dall’assenza dei paraurti, dai passaruota allargati, spoiler posteriore, appendici aerodinamiche varie e presa d’aria sul cofano anteriore. Il motore era sviluppato dall’Abarth e nasceva a partire dal 2.0 bialbero quattro cilindri: distribuzione a sedici valvole, carburatore doppio corpo, cilindrata di 1995 cc e 140 CV nella versione stradale. Quella da rally, invece, poteva sviluppare ben 235 CV, con un tanto di iniezione meccanica. Per un migliore handling, al posteriore troviamo ora sospensioni a ruote indipendenti derivate da quelle della vecchia 124 Abarth Rally. Per ridurre il peso, cofani, spoiler e parafanghi erano in vetroresina, mentre porte e tetto erano in alluminio. La Fiat 131 Abarth Rally ha vinto il Campionato Mondiale Rally tre volte, nel 1977, 1978 e 1980.
Vendite e produzione
In Italia sono stati prodotti 1.513.800 esemplari di Fiat 131, che però fu costruita anche in Spagna e venduta a marchio Seat. Dallo stabilimento Seat della Zona Franca di Barcellona sono uscite, tra il 1975 ed il 1982, 356.670 esemplari. Un’importante carriera per la 131 anche in Turchia, dove è stata prodotta a Bursa, dalla Tofas. Aggiornata molto nel corso degli anni, la Tofas 131 resta in vendita fino al 2008, per un totale di 1.257.651 esemplari prodotti.
Come già detto anche in precedenza, negli USA la Fiat propose la 131 con il nome di Brava, prima con motore 1.8 da 90 CV e poi con un 2.0 litri da 105 CV, contraddistinta da un allestimento particolarmente ricco e completo.
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