Museo Mercedes-Benz Stoccarda: visita alla storia dell’automobile [FOTO]

Museo Mercedes-Benz Stoccarda: visita alla storia dell'automobile [FOTO]

Museo Mercedes-Benz Stoccarda: visita alla storia dell’automobile [FOTO]

Un palazzo di nove piani per contenere la storia dell’automobile: può essere una descrizione valida per il museo Mercedes-Benz di Stoccarda. Certo, la storia dell’auto non è legata solo al marchio della stella; molte altre case hanno contribuito in modo fondamentale all’evoluzione del nostro mezzo di trasporto preferito. Ma si può affermare senza tema di smentite che intorno al gruppo Daimler Mercedes-Benz tutto è cominciato. Il percorso espositivo del museo risale talmente indietro nel tempo da mostrare come primo oggetto in ordine cronologico un …cavallo. Attenzione, non un motore da 1 cavallo, bensì proprio l’equino a quattro zampe. No, la Mercedes non ha inventato l’animale equestre. La riproduzione dell’antico veicolo di trasporto principale dell’uomo ha la funzione di illustrare una delle previsioni più clamorosamente fallite nella storia dell’umanità. Protagonista un personaggio illustre, nientemeno che l’imperatore Guglielmo II di Germania. A lui si attribuisce questa frase coniata agli albori dell’auto: “Io credo nel cavallo. L’automobile non è nient’altro che un fenomeno transitorio”. Evidentemente il Kaiser aveva la tendenza innata a non capire la giusta direzione della storia, come la prima guerra mondiale avrebbe tragicamente mostrato.

IN MERCEDES E’ PREMIUM ANCHE IL MUSEO

Museo Mercedes Benz Stoccarda

L’edificio in sé del museo Mercedes-Benz a Stoccarda costituisce un’attrazione. Collocato tra la principale fabbrica del gruppo e lo stadio dove gioca la squadra di calcio dello Stoccarda, in Bundesliga (chiamato appunto Mercedes-Benz Arena), il museo è stato inaugurato nel 2007 dopo tre anni di costruzione. E’ mastodontico. Nove piani, 47,5 metri di altezza, occupa una superficie di 4.800 metri quadri ed un volume di 210.000 metri cubi, ha una stazza di 110.000 tonnellate. Lo spazio espositivo è di 16.500 metri quadri. Per inserire i veicoli nei vari padiglioni esiste un complesso ed enorme sistema interno di argani capace di sollevare auto, autobus e camion (oltre ad una barca ed un aereo). La struttura è elegante ed avveniristica, ci si sposta tramite ampie rampe oltre all’ascensore. Nessuna barriera architettonica.

L’esposizione è suddivisa in capitoli cronologici e tematici, chiamati rispettivamente leggende e collezioni. Dai pionieri alla nascita del marchio, dai diesel e i compressori agli studi sui telai e l’aerodinamica, dalla sicurezza all’evoluzione verso i veicoli ad emissioni zero. Chiude la leggenda delle “frecce d’argento”, il mondo delle corse e dei record di velocità. Le aree tematiche sono suddivise per grandi viaggi, trasporto pubblico, merci, celebrità e una sezione dedicata alle mostre temporanee.

I FONDATORI: KARL BENZ, GOTTLIEB DAIMLER E WILHELM MAYBACH

Museo Mercedes Benz Stoccarda Benz Patent Motorwagen

Perché la storia dell’auto nasce con Mercedes-Benz? Perché viene universalmente accettato come momento di partenza quello dell’adozione del motore a combustione interna inventato da Nikolaus August Otto nel 1876, ben più pratico del motore a vapore che equipaggiava i primi prototipi nel decennio precedente.
Siamo nel 1886. Due aziende indipendenti e concorrenti costruiscono due prodotti che avrebbero trasformato l’umanità. La Daimler-Motoren-Gesellschaft (DMG), di Gottlieb Daimler e Wilhelm Maybach, mette in vendita il primo motore a combustione interna per veicoli terrestri, soprannominato “Standhur”, l’orologio del nonno, perché la sua forma ricordava proprio quella di un antico orologio a pendolo. Monocilindrico, ha un volume di 462 centimetri cubici e sviluppa la potenza di 1,1 cavalli-vapore. Nello stesso tempo Karl Benz introduce il primo veicolo dotato di motore a scoppio, la Benz Patent-Motorwagen. Aveva tre ruote e una potenza di tre quarti di cavallo, sufficiente per raggiungere 16 Km/h. Ancora nel 1886 arrivò il veicolo di Daimler, la prima automobile a quattro ruote: il motore sopradescritto le permetteva di raggiungere l’elettrizzante velocità di 18 Km/h. Nel 1899 Daimler si aggiudicò anche il record per il primo veicolo di trasporto commerciale. Era il primo furgone, mosso da un bicilindrico di 1.527 cc, aveva una potenza di 5,6 cavalli ed era in grado di muovere a 16 Km/h un carico massimo di 500 Kg. Divenne il veicolo favorito per trasportare la birra.

CHI ERA MERCEDES E DA DOVE NASCE LA STELLA A TRE PUNTE

Museo Mercedes Benz Stoccarda Mercedes 1901

Il 1901 segna un altro caposaldo in questa storia. Cominciano a disputarsi le prime manifestazioni sportive motoristiche. Nasce l’epoca dei “gentlemen drivers”. Uno di questi, Emil Jellinek, guida in queste corse veicoli Daimler. Diventa anche uno dei concessionari di questa società. Chiede al duo Daimler-Maybach un veicolo dal motore particolarmente potente per le corse. Soprattutto, vuole che all’auto venga dato il nome di sua figlia, Mercedes. Detto, fatto. Maybach, il genio tecnico della società, progetta un motore da 35 cavalli, Jellinek vince la corsa di Nizza di quell’anno e il nome Mercedes è sulla bocca di tutti. Diventa così un marchio della Daimler. La Mercedes è anche definita la prima automobile moderna, perché porta i segni delle vetture di oggi: motore leggero, passo lungo, radiatore a nido d’ape, basso centro di gravità.

Nel 1904 troviamo un altro esordio importante. Il top di gamma della Daimler si chiama Mercedes-Simplex 60 PS Reiselimousine, la limousine da viaggio, perché aveva il vano dell’autista completamente separato da quello padronale e poteva caricare sul tetto molti bagagli. Motore di 9.236 cc, 60 cavalli, 1.400 giri al minuto, arrivava ad 80 Km/h. La versione alleggerita vinse molte corse. Questa macchina ha un ruolo nella storia perché fu la prima a montare il famoso marchio della stella a tre punte. Nasce da un disegno che una volta Gottlieb Daimler fece su una cartolina. Indicava la capacità dei suoi motori di funzionare su veicoli di terra, del mare e dell’aria; infatti la DMG era fornitrice esclusiva dei motori per i dirigibili Zeppelin e aveva costruito anche motori per barche.
Possiamo chiudere l’epoca eroica col 1926. I fondatori non ci sono più da molto tempo. I pesanti limiti imposti alla Germania dal trattato di Versailles dopo la prima guerra mondiale e l’inflazione mostruosa mettono in gravi difficoltà l’industria automobilistica. E’ il momento della fusione tra DMG e Benz. Nasce così la società Daimler-Benz e le automobili si chiameranno da ora in poi Mercedes-Benz.

IL LUSSO E LA TECNOLOGIA, SEMPRE ALL’AVANGUARDIA

Museo Mercedes Benz Stoccarda 500 K

Negli anni ’30 Mercedes-Benz caratterizza sempre di più le proprie automobili come la massima espressione della tecnologia e del lusso, accanto ad un’importante produzione nel settore dei veicoli commerciali come camion e autobus. Nel museo di Stoccarda sono molte le testimonianze più belle. Ad esempio la stupenda Limousine del 1939, motore da 3.405 cc e 78 cavalli, velocità 126 Km/h, perfetta per sfrecciare sulle nuove Autobahn, le autostrade ancora oggi invidia di tutta l’Europa, quando non c’è traffico. Dello stesso periodo troviamo l’altrettanto fantastica Mercedes-Benz 500 K Spezial-Roadster del 1936. Corrisponde alla Classe S Cabrio di oggi, infatti all’epoca costava 28.000 marchi, equivalenti a circa 98.000 euro attuali. E’ anche uno dei primi modelli a montare un motore con compressore volumetrico (collegato direttamente all’albero motore). Infatti la potenza sale a 160 cavalli su un corpo motore di 8 cilindri da 5.018 cc. Velocità massima 160 Km/h.

Saltando agli anni ’50, come non ricordare una delle Mercedes più belle di tutti i tempi (personalmente, la più bella in assoluto)? E’ la superlativa 300 SL Coupé del 1955, prodotta in soli 1.400 esemplari dal 1954 al 1957. Motore 3.0, 215 cavalli e 250 Km/h. Praticamente un’auto di oggi. Invece era derivata dal modello da corsa del 1952. Il suo marchio di fabbrica è dato dalle famose “ali di gabbiano”. Gli ingegneri inventarono questa soluzione perché la leggerissima struttura laterale era troppo alta e non permetteva l’uso di portiere normali.

LE AUTO DELLE CELEBRITA’: DAL PAPA A RINGO STARR

Il museo Mercedes-Benz di Stoccarda espone anche alcuni esemplari storici in virtù di chi furono i suoi proprietari. Cominciando dalla 300 del 1959, meglio conosciuta come l’auto di Adenauer. Fu infatti la vettura ufficiale dell’indimenticato primo cancelliere della Germania Ovest Konrad Adenauer, uno dei fondatori dell’Unione Europea. Una volta terminato il suo lungo mandato, Adenauer acquistò dallo Stato questo esemplare e lo conservò per i pochi anni che gli rimasero da vivere.
Un personaggio storico di vitale importanza negli ultimi anni della guerra fredda fu papa Giovanni Paolo II. A Stoccarda è conservata la sua 230 G Papamobil. Su base fuoristrada, fu costruita per la visita di Wojtyla in Germania nel 1980. La struttura a vetri coperta serviva in origine solo per proteggere il pontefice dalla pioggia mentre salutava e benediceva i fedeli. Ma dopo l’attentato del 1981 venne dotata di vetri antiproiettile e rimase la sua auto per tutto il resto del pontificato.

Passando al frivolo, troviamo una 190 E 2.3 AMG del 1984. E’ appartenuta nientemeno che al batterista dei Beatles, Ringo Starr. Le fece installare appositamente il motore 2.3 AMG in Inghilterra, mentre in quel periodo la versione di produzione aveva il motore da due litri. Chiudiamo con la 500 SL del 1991 appartenuta a Lady Diana, all’epoca moglie di Carlo d’Inghilterra. La principessa fu il primo membro della famiglia reale inglese a guidare privatamente un’auto straniera. Per questo fu pesantemente bombardata di critiche da governo, industriali e sindacati. La restituì un anno dopo.

LE CORSE: L’EPOCA DELLE FRECCE D’ARGENTO

Museo Mercedes Benz Stoccarda W25

Non poteva mancare nel museo Mercedes-Benz di Stoccarda una corposa sezione dedicata al mondo delle corse. Disposte su una curva sopraelevata (un po’ come nel museo Ferrari di Maranello) troviamo le vetture che hanno fatto la storia delle competizioni, in tutte le categorie. Come la prima, vera “freccia d’argento”, cioè la W25 del 1934. La vettura era in origine verniciata di bianco. Tuttavia, in occasione del Gran Premio al Nürburgring di quell’anno, i tecnici scoprirono che la vettura superava di un chilo il limite massimo di peso ammesso, cioè 750 Kg. Allora per poter iscrivere l’auto alla gara il team guidato dal leggendario Alfred Neubauer grattò via tutta la vernice, esponendo il grigio argenteo della carrozzeria. La W25 vinse la gara e da allora nacque il soprannome di freccia d’argento.
Negli anni ’30 le auto tedesche (c’era anche l’Auto Union disegnata da Ferdinand Porsche, egli stesso agli inizi di carriera dipendente della Daimler) dominarono i gran premi. La Mercedes-Benz più vincente di quel periodo fu la W154 del 1938, che segnò l’apice della tecnologia automobilistica prima che il pianeta si avviasse verso la catastrofe della seconda guerra mondiale. Motore V12 3.0 da 453 cavalli, quell’anno per tre volte segnò una tripletta sul podio e regalò al mitico Rudolf Caracciola il terzo titolo di campione europeo, del tutto equivalente a quello di campione del mondo di Formula 1 del dopoguerra.

DA FANGIO E MOSS AD HAKKINEN ED HAMILTON

Museo Mercedes Benz Stoccarda W196 R

Passiamo agli anni ’50, la Mercedes tornò alle corse e alle vittorie, seppure per pochi anni. L’esemplare più caratteristico qui esposto è la famosa Formula 1 W196 R di Juan Manuel Fangio e Stirling Moss, nella versione aerodinamica e carenata per le piste veloci come l’anello di Monza; infatti l’auto era definita “tipo Monza”, per differenziarla da quella a ruote scoperte, più leggera (solo 36 Kg per la struttura), per gli altri circuiti. Era un vero concentrato di innovazioni: iniezione diretta derivata dai caccia Messerschmitt della guerra, sospensioni a ruote indipendenti, freni sofisticati. E un motore ad 8 cilindri 2.5 da 290 cavalli per 275 Km/h di velocità massima.
Arriviamo ai giorni nostri. Una rapida occhiata alla Sauber C9 del 1989 che, montando il motore Mercedes 5.0 V8 turbo, vinse la 24 ore di Le Mans quell’anno con Jochen Mass e al secondo posto si classificò Mauro Baldi. Jean-Louis Schlesser invece vinse il campionato mondiale prototipi. Bis iridato con la Sauber C11 del 1990, con cui il campione fu Mauro Baldi.
La storia si trasforma in cronaca. Troviamo infatti la McLaren MP-4 13 del 1998, motorizzata dal V10 3.0 Mercedes che consentì a Mika Hakkinen di vincere il suo primo campionato del mondo di Formula 1. E per concludere ammiriamo la Mercedes F1 W05 Hybrid, che ha dominato la stagione 2014 col V6 1.6 turbo ibrido da 740 cavalli, regalando a Lewis Hamilton il suo secondo titolo mondiale. La stella fra le stelle.

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